ROMA – Chiesti 6 anni per Berlusconi. Il Corriere della Sera: “Sei anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici: sono le richieste del pm Ilda Boccassini per Berlusconi al processo Ruby a Milano. Il Cavaliere: odio e bugie, povera Italia.”
Boccassini chiede sei anni e l’«interdizione perpetua». L’articolo a firma di Giuseppe Guastella:
“La richiesta arriva alla fine della requisitoria con cui il pm Ilda Boccassini focalizza due punti fondamentali dell’accusa «all’imputato Berlusconi»: l’aver avuto rapporti sessuali a pagamento tra febbraio e maggio 2010 con la allora 17enne marocchina Karima «Ruby» El Mahroug (reato di prostituzione minorile); aver fatto pressioni (concussione, trasformata nella nuova indebita induzione) sui vertici della Questura di Milano affinché la notte del 27 maggio Ruby, fermata per furto, fosse rilasciata e affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti, finendo poi in casa della ballerina Michelle De Conceicao (definita però «una prostituta»), invece di essere portata in una comunità per minorenni (come ordinato dal pm dei minori Annamaria Fiorillo) ed evitare così che raccontasse cosa accadeva nelle notti del bunga bunga ad Arcore. Due mesi fa, prima che il processo si bloccasse per legittimi impedimenti e malesseri del leader Pdl e in attesa che la Cassazione dicesse no al trasferimento a Brescia, l’altro pm, Antonio Sangermano, aveva sostenuto che nella residenza del Cavaliere non si svolgevano cene eleganti, ma balletti hard e notti di sesso pagato dal padrone di casa: un «sistema prostitutivo» per soddisfare il «piacere sessuale di Silvio Berlusconi» del quale la marocchina faceva parte. Ruby arriva ad Arcore il 14 febbraio 2010 con Emilio Fede, sostiene Boccassini, non con Lele Mora («non c’era nella villa»), come ha dichiarato l’ex direttore del Tg4 «mentendo spudoratamente». È un passaggio cruciale per l’accusa di prostituzione che si concretizza dimostrando che il Cavaliere sapeva che Ruby aveva 17 anni, elemento escluso in aula dalle ragazze che partecipavano alle cene e ai dopocena, dalla stessa Ruby nei verbali pieni di mezze verità e menzogne, ma per i pm confermato dalle intercettazioni. Non si «può immaginare che Fede», che ha un «rapporto di amicizia, collaborazione e fedeltà assoluta» con il Cavaliere, «non gli abbia detto — sostiene Boccassini — sin dal primo momento che stava introducendo nelle serate di Arcore una minorenne», cosa che sapeva perché l’aveva conosciuta mesi prima in un concorso di bellezza. Che non avesse 18 anni, lo sapevano anche Lele Mora, al quale lo aveva confidato Ruby, e anche Nicole Minetti, sostiene il magistrato portando un elemento inedito.”
Il Cavaliere ad Arcore con i figli «Stanco di questo tiro al bersaglio». L’articolo a firma di Paola Di Caro:
“E’ fuori di sé il Cavaliere, e non perché non si aspettasse una richiesta di condanna. Ma i modi, le parole, e più di tutto quella «spropositata» pena accessoria richiesta, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, lo hanno portato a un passo dal deragliamento mediatico. I suoi fedelissimi – da Bonaiuti a Letta, da Alfano allo stesso Ghedini – hanno faticato ad impedirgli di sfogarsi in diretta tivù, su Retequattro a «Quinta Colonna» dove era stata annunciata una sua telefonata in serata. E lo hanno fatto perché, per l’aria che tira e la rabbia in corpo all’ex premier, le conseguenze di quello che avrebbe potuto dire sarebbero potute essere di ogni genere. Con effetto difficilmente sostenibile per un governo che muove faticosamente i primi passi tra mille difficoltà. Berlusconi ha dato ascolto alle colombe e non ai falchi che urlano più di lui. Ma nelle ultime ore, raccontano, la sua voglia di dare retta alla pancia facendo saltare tutto per aria è cresciuta: «Così non si può andare avanti, questo tiro al bersaglio non posso più tollerarlo. Ora basta, che senso ha?», l’hanno sentito ripetere. E però, a prevalere è ancora una volta «la ragione». Al momento, il governo non si tocca: «Le due questioni, quella della giustizia e quella dell’esecutivo, vanno tenuto distinte», è la linea che lui stesso alla fine ha ribadito.”
Il Pdl insorge: ostilità inaccettabile. Il Pd, cauto, si schiera con i giudici. L’articolo a firma di Virginia Piccolillo:
“«È l’ultimo atto del solito vecchio teorema della Procura milanese contro il presidente Berlusconi. Un livore persecutorio noto a tutti e, dunque, non ci sorprende affatto», dice il capogruppo al Senato, Renato Schifani. «L’obiettivo politico è spazzar via Berlusconi dalla scena politica italiana», rincara Fabrizio Cicchitto. Altero Matteoli parla di «attacchi verbali di tipo squadrista». Ma è il capogruppo pdl alla Camera Renato Brunetta a picchiare più duro: «Una requisitoria che ha avuto tratti nazisti rispetto alla signorina Ruby». Il riferimento è all’apprezzamento del pm Boccassini sulla «furbizia orientale» di Ruby. Parla di «requisitoria ad personam» il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Francesco Paolo Sisto. Di «assurda e spropositata richiesta di condanna», l’ex ministro Raffaele Fitto. Di «richiesta iperbolica fondata sul nulla. Dopo una requisitoria senza prove e incurante dei fatti, a tesi, sorda ai testimoni», Anna Maria Bernini. E Daniela Santanchè in tv sfida i pm: «Se la Boccassini dà della prostituta a tutte le donne che sono andate a Arcore allora lo sono anche io visto che ci sono andata moltissime volte». «Il processo non ha nulla a che vedere con la giustizia giusta» protesta ancora Maria Stella Gelmini. E Stefania Prestigiacomo aggiunge: «Berlusconi continuerà a guidare il Pdl, forte del consenso degli italiani».”
Imu, poi giovani, fisco e riforme. Le priorità del governo in 100 giorni. L’articolo a firma di Marco Galluzzo:
“Alfano gli siede accanto: lo scontro sulle manifestazioni, sulla presenza di ministri, appare superato. Il programma delineato con precisione contribuisce a guardare avanti. Con un accordo di stile, ancorché precario, che il premier delinea in questo modo, «i ministri si occupano solo di governo, con l’impegno a stare fuori dalle vicende politiche e partitiche, a partire dalle amministrative. La decisione che abbiamo assunto è di attenersi a una regola per la quale i ministri si occupano del governo, attraverso i loro settori specifici, con un impegno a stare fuori dalle vicende più prettamente politiche e partitiche». Lo stesso capo del governo aggiunge che ora toccherà verificare «i fatti». Ovvero se l’accordo sarà rispettato da tutti i componenti l’esecutivo. In dettaglio, fra le priorità, il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo su Imu e Cig. Il lavoro ai giovani, ovvero anche un pacchetto di «agevolazioni fiscali» per «gli italiani che vogliono fare». L’avvio di una riforma della politica. E poi l’obiettivo che appare aver fatto più passi in avanti: «In cento giorni dobbiamo superare il punto di non ritorno delle riforme» istituzionali, che si muoveranno su due binari: una Convenzione, da istituire con legge costituzionale, e una commissione di esperti esterni nominati e guidati dal premier. «Lavoreremo perché il Parlamento avvii un dibattito dal quale nasca rapidamente, parlo di giorni o al massimo settimane, una legge costituzionale che istituisca la Convenzione», aggiunge Letta. «Secondo, l’idea che il governo suggerirà alle forze politiche dovrebbe essere un organo composto dai componenti dalle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, i presidenti dovrebbero presiedere questo organismo che lavorerà per fare la riforma costituzionale». Alla fine tocca al vicepremier Angelino Alfano tracciare un bilancio, senza omettere le difficoltà: «Come avete visto non ha superato problemi che esistono da 20 anni, e che ci sono, ma è servita per dimostrare che non abbiamo intenzione di soccombervi. Siamo qui per il bene dell’Italia». Insomma l’intesa politica esiste, è sottoposta a problemi ventennali che magari si chiamano i processi contro Berlusconi, ma la promessa è fare di tutto perché resista e non venga intaccata. Ma sull’ipotesi di stendere una rete di sicurezza sulla legge elettorale, che si può correggere anche con una leggina prima di tornare al voto, rimarca Letta, l’intesa appare meno solida che sul resto.”
“Sei anni per Berlusconi”. La Stampa: “«Nipote di Mubarak? Balla colossale, e lo sapevano anche in Questura». Ilda Boccassini, al termine della requisitoria del processo Ruby, ha chiesto sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile. Duro il Cavaliere: «Teoremi e odio contro di me. Povera Italia». La sentenza è prevista per il 24 giugno.”
Diaria, scoppia l’ira dei 5 Stelle “Grillo non può dirci cosa fare”. L’articolo a firma di Andrea Malaguti:
“«Noi pezzi merda? Se usassi lo stesso criterio di comunicazione direi che il pezzo di merda è Grillo». Boom. Quando succede che un deputato mite come il tarantino Alessandro Furnari attacca il proprio leader, il Guru a 5 Stelle il carismatico papa ligure? Quando succede che ne ribalta il linguaggio e glielo ritira addosso? «Quando lui dimostra di disprezzarci. Di non conoscerci. Quando dimentica che abbiamo passato anni della nostra vita nelle strade per difendere il Movimento. Erano i giorni in cui nessuno pensava di arrivare in Parlamento. Avevamo sposato una causa. La stessa in cui crediamo oggi. E invece lui ci chiama pezzenti. Vuole far passare l’idea che il problema siano i soldi. Invece è la dignità delle persone. Ci tratta come bambini,». Te ne andrai? «Chissà, Bastano venti per fare un altro gruppo». Ci sono ? Dipende dal coraggio.”
Bombe molotov davanti al centro per gli immigrati. L’articolo a firma di Fabio Poletti:
“Quattro bottiglie di plastica piene di benzina e si capisce che ci vuol niente perché scocchi la scintilla. Chi le ha messe davanti alla sede della onlus Arca di via Fortunato Stella che si occupa di immigrati e rifugiati politici non si sa. Che siano apparse due giorni dopo il raid del ghanese Mada Kabobo nel quartiere a fianco, in zona Niguarda, fa pensare molti. Pure i responsabili della onlus: «Mai avute minacce. Siamo sempre più impegnati a dare assistenza alle persone meno fortunate». Benzina sul fuoco ne viene buttata molta in questi giorni. La Lega dopo la manifestazione con Mario Borghezio vuole invadere Milano di gazebo contro gli immigrati. Fratelli d’Italia manifesta davanti a Palazzo Marino. Il Pdl milanese oggi torna sul luogo del delitto con una manifestazione in via Belloveso per mettere in croce il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: «Incomprensibile che si possa uccidere così a Milano. Ci vuole un maggiore presidio del territorio, devono tornare i militari nelle periferie milanesi».”
Obama-Cameron: nuova Siria senza Assad. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:
“Soluzione politica in Siria e libero commercio per rilanciare la crescita: sono i punti di convergenza registrati alla Casa Bianca da Barack Obama e David Cameron in un summit servito per preparare l’agenda del G8 che si svolgerà a metà giugno in Irlanda del Nord. È il premier britannico a illustrare il percorso possibile per porre fine «al brutale conflitto siriano costato già 80 mila vittime». «Vladimir Putin è favorevole ad una soluzione politica» spiega Cameron, reduce dagli incontri al Cremlino, e ciò rende possibile lavorare per «un governo di transizione» che veda «tutte le forze politiche attorno a un tavolo». Il presidente americano guarda alla «conferenza in preparazione a Ginevra fra le forze di opposizione» come un momento di svolta, sottolineando come «la Russia ha interesse quanto noi a una Siria stabile» e «a una soluzione della crisi» che impedisca di emergere «ad altri attori come l’Iran, gli Hezbollah e, sul fronte opposto, l’organizzazione al-Nusra, affiliata ad Al Qaeda».”
Tentato omicidio allo stadio. Manette a due ultrà granata. L’articolo a firma di Claudio Laugeri e Massimo Numa:
“«Vile pestaggio». Il capo della Digos Giuseppe Petronzi non fa giri di parole per descrivere l’aggressione avvenuta prima del derby del 1° dicembre a R. C., 46 anni, residente in zona Mirafiori. La sua unica colpa: indossare una sciarpa bianconera. La polizia ha indagato per quattro mesi, ieri è riuscita a mettere le manette ai polsi dei due aggressori: sono Francesco Rosato, 26 anni, di Moncalieri, e Domenico Mollica, di 30, residente a Druento, entrambi ultras granata. Sono stati i pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino a ordinare il fermo per tentato omicidio e lesioni personali gravi. E proprio davanti al pm Padalino, ieri pomeriggio i due aggressori hanno confessato. Mollica (andrà agli arresti domiciliari) aveva incominciato con un calcio, che aveva appena sfiorato il tifoso bianconero; Rosato (resta in carcere) aveva esordito con un pugno in pieno viso e si era accanito a calci. «Il pestaggio è stato di una violenza inaudita, i due arrestati e altrettanti complici (la Digos indaga ancora) hanno preso a calci in faccia quell’uomo anche quando era a terra, privo di sensi» aggiunge il capo della Digos. Hanno persino utilizzato cinture come fruste, oppure arrotolate sui pugni, con la fibbia in evidenza. I colpi gli hanno distrutto la bocca, spaccato zigomi, naso e mascella. L’uomo è stato operato nel reparto di chirurgia maxillo-facciale del Cto. La prognosi di 12 giorni (dopo una settimana di ricovero prima dell’intervento) non fa capire la gravità delle ferite. Ha l’arcata dentale rifatta, placche di titanio nella testa, non riesce più a chiudere la bocca. E poi c’è la devastazione psicologica. Tutto perché indossava la sciarpa della squadra rivale. R.C. non fa parte di tifoserie organizzate, gli piaceva andare alla partita. Era solo, guardava da un’altra parte, il «branco» ne ha approfittato.”