
ROMA – “Quello prima di me non ha fatto nulla. Vendola diceva di aver sconfitto gli sfruttatori. Non ho ancora mai visitato la baraccopoli di Rignano. Voglio chiuderla ma serve tempo”. Così esordisce Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, nell’intervista al Fatto a cura di Tommaso Rodano.
Presidente Emiliano, ha mai messo piede nel ghetto di Rignano?
Non ci sono ancora stato. Però lo conosce: è una baraccopoli a dieci chilometri da Foggia. Ci vivono quasi 2 mila persone in condizioni disumane. Una vergogna di Stato. Lo conosco bene. Se ancora non ci sono andato è perché non è un posto dove si va a fare una visita e basta, si scatta una fotografia e poi si fa finta di niente. È un luogo che va chiuso. È incredibile che esista.
Quando e come pensate di chiuderlo?
Ne ho parlato con le forze dell’ordine. La stagione estiva sicuramente non è quella giusta. Creeremmo un’emergenza abitativa per centinaia e centinaia di persone. Qui non si tratta di sbaraccare un campo rom, come dicono gli slogan della propaganda xenofoba. È un problema molto più complesso. Stiamo lavorando per trovare alternative. Durante l’inverno cercheremo una soluzione per garantire un tetto a queste persone, senza permettere che finiscano nelle mani della criminalità.
Come si è arrivati, in Puglia, a tollerare l’esistenza di posti come Rignano e Nardò?
La lotta allo sfruttamento dei braccianti era uno degli impegni e dei vanti della giunta che mi ha preceduto. Io sono presidente della Regione da poco più di un mese.
Sta dicendo che Vendola in dieci anni non ha fatto nulla contro i caporali ?
Non voglio dire una cosa del genere, sarebbe una caduta di stile. Però nella vulgata del centro sinistra pugliese quello dello sfruttamento agricolo era stato raccontato come uno dei problemi risolti. Forse sono stato un po’ ingenuo a credere a questa rappresentazione. Ci troviamo improvvisamente difronte a una realtà che sembra quella di 20 o 30 anni fa (…)
