
ROMA – L’affondamento delle quote rosa non è andato giù alle deputate, soprattutto del Pd, che forse affidavano a una legge così offensiva per la dignità delle donne una speranza in più di essere rielette.
Il Messaggero parla esplicitamente di Aventino delle donne nel richiamo in prima pagina alla cronaca di Mario Ajello:
“Adesso, dopo questo fattaccio contro le donne, ci saranno contraccolpi sull’intera legge elettorale”.
L’aula è punteggiata di bianco. Bianche le vesti di molte deputate azzurro-femministe di Forza Italia, ma Daniela Santanchè le prende in giro: «Il bianco vi ingrassa» e loro masticano amaro e ce l’hanno perfino con quel «sessista» di Silvio che ha finto di proteggerle spacciandosi per femminista. Bianche le vesti di molte deputate del Pd, «ma era meglio vestirsi di rosso – protesta a fine serata Alessandra Moretti – «così facevamo più paura». In tanto bianco, gli umori all’ora di cena, sul versante della sinistra, sono assai neri. Ce l’hanno con Renzi in tante, sugli scranni del Pd: «Doveva evitare gli agguati, doveva garantire di più che l’emendamento sulle quote 60 e 40, cioè 60 uomini e 40 donne in cima alle liste elettorali, passasse. E invece….».
Il premier, per tacitare la protesta, promette in serata: «Garantirò comunque la parità di genere nelle nostre liste». I dem maschi hanno intanto, però, affossato le speranze del sogno della parità. E allora? L’Aventino. Sì, quello. A fine serata, tutte insieme, le femmine dem lasciano l’aula in segno di protesta contro tutti. Girano le spalle alla politica maschia e macha. Qualcuna di loro grida: «Misogini!». Una di esse, Roberta Agostini, di bianco vestita («La prossima volta indosso la tuta da battaglia»), minaccia: «Adesso, dopo questo fattaccio contro le donne, ci saranno contraccolpi sull’intera legge elettorale. Cioè la furia rosa delle erinni abbatterà l’Italicum e Renzi – che pure si sente un femminista e ha sempre promosso le donne nei suoi governi locali, di partito e nazionale ma non può tradire in favore delle donne il patto con Verdini e con Silvio – dovrà chiedere scusa a tutte loro per salvarsi dalla vendetta implacabile? Le deputate del Pd escono in massa dall’aula. L’Italicum già comincia a restare solo.
I fuochi della guerriglia si vedranno anche stamane a Montecitorio. E c’è un libro strepitoso, «Troppo buoni con le donne» di Raymond Queneau, che racconta quanto può essere terribile la perfidia femminile e vediamo stavolta a che cosa porterà. Perchè, c’era intesa nel gruppo del Pd sul sì all’emendamento 60-40 e quando segretamente il patto è stato fatto saltare, apriti cielo (altra metà del cielo). Femmine in protesta, sarcasticamente: «Se ci fossero state altre due votazioni, finiva che passava un emendamento che diceva: via tutte le donne dal Parlamento».
Ma c’è poco da ridere. L’ex ministro Carrozza: «Vorrei sapere come hanno votato i miei colleghi maschi del gruppo». I quali fuggono, o dicono di stare dalla parte delle donne, o esprimono tutta la loro solidarietà per questo «colpo di mano maschilista», mentre loro – le dem che si sentono tradite – vanno dal capogruppo Speranza e sono urla e indignazione. «Il gruppo non ha rispettato l’accordo», si lamentano: «Serve una riunione immediata». Ci sarà. L’accordo, spiegano le parlamentari, era che il gruppo Pd avrebbe dovuto votare l’emendamento, dando in tal senso indicazione di voto. «Ed invece – ringhiano – non è andata così visto che i voti a favore sono stati 253 mentre solo noi del Pd siamo 293. Quindi sono mancati molto più di 40 voti visto che a favore hanno votato anche esponenti di altre forze politiche». Ora la vendetta come funzionerà? Il voto finale dell’Italicum è a scrutinio palese. Quindi, la vendetta non potrà affossare la legge elettorale (…)
