La Rai “censura” Tortora, Emanuela Fontana sul Giornale

La Rai “censura” Tortora, Emanuela Fontana sul Giornale

ROMA –  Il documentario su Enzo Torto­ra, “Una ferita italiana” di Ambrogio Crespi continua a far discutere. Nei giorni scorsi il Festival internazionale del cinema di Roma aveva rifiutato di includere  il documenta­rio nella mostra, oggi, 13 novembre, il Giornale riprendere la notizia e rilancia le accuse: anche la Rai censura. Stralci del film, sostiene il Giornale, sono stati mostrati a Ma­trix su Ca­nale 5, e la produzi­one ha uf­ficializzato che la prima proiezione inte­grale è stata ottenuta proprio da Mediaset, a discapito della Rai: “Un’occasione persa per la Rai. L’azienda si è fatta scip­pare da Mediaset il docufilm”.

Scrive Emanuela Fontana:

È normale che ieri ci sia stata qualche garbata reazione al ri­fiuto della proiezione al festival romano. Tra le motivazioni del­la direzione: il film è troppo tele­visivo e «dura solo cinquanta minuti, forse non hanno con­trollato l’orologio», dice Fran­cesca Scopelliti. In una confe­renza stampa che ha precedu­to la proiezione, l’ex compagna del conduttore ha poi invitato le forze politiche a pensare a una «legge Tortora»: sono anco­ra troppi i detenuti nelle carce­ri in attesa di giudizio, è neces­saria una riflessione più appro­fondita «sulla modifica del co­dice penale». A 30 anni dall’ar­resto, 25 dalla morte, questa storia rimane sempre una «feri­ta » della giustizia. Una storia ora contesa dalla televisione, senza pace ma che parla «an­che per coloro che non posso­no parlare », come ricorda Sco­pelliti citando una frase di Tor­tora. Un film che «non è né ber­lusconiano né antiberlusconia­no », chiarisce Crespi. Non è «contro i magistrati», ma con­tro «la malagiustizia. Muller (il direttore artistico del Festival, ndr ) è stato forse un po’ miope nell’anima». 

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Gianluca Pace