
ROMA – “Sala degli Arazzi di Viale Mazzini, simulacro di un potere melanconico e impolverato – scrive Carlo Tecce del Fatto Quotidiano – Un poโ rabberciato. Come i soffitti di questo stabile invaso dai partiti e mai liberato. Qualcuno ha i granelli di sabbia nei mocassini di pelle, qualcuno sโarrangia con un collegamento dal bagnasciuga, qualcuno copre le scottature con vistosi occhiali da sole. Nessuno vuole mancare allโincontro ufficiale con il presidente Monica Maggioni, di bianco vestita, e con il direttore generale Antonio Campo DallโOrto, che un poโ rottama se stesso e indossa la cravatta che tradisce la scanzonata (รจ la narrazione, signori) origine renziana. Quasi cinquanta invitati, direttori di aziende controllate, direttori di testate e canali, scafati vice o ambiziosi vice dei vice”.
Ha ragione il profeta Nanni Moretti. In Viale Mazzini va in onda Ecce bombo: โMi si nota di piรน se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto cosรฌ, vicino a una finestra di profilo in controluceโ. Soltanto Camillo Rossotto (Rai Way) e Paolo Del Brocco (Rai Cinema), forse per mere questioni logistiche legate al periodo vacanziero, non solcano lโingresso al civico 14. Rilassati, e finanche affiatati perchรฉ lโignoto destino li accomuna, ecco Andrea Vianello (Rai3), Angelo Teodoli (Rai2), Giancarlo Leone (Rai1), Bianca Berlinguer (Tg3), Marcello Masi (Tg2), Mario Orfeo (Tg1), Luigi De Siervo (Rai Com), Antonio Marano (vice di Gubitosi), Tinni Andreatta (Rai Fiction). Il parcheggio รจ stracolmo di berline con autisti in livrea.
Il piรน contento del gruppo รจ Luigi Gubitosi, che per lโoccasione sfoggia un abito di sartoria napoletana e tenta la battuta che molti agognavano da mesi e molti altri sโauguravano di non sentire: โHo consegnato il tesserino. Adesso, state sereni, non potrรฒ piรน entrare quiโ. Retorica a pacchi, piรน copiosa del gioco a premi di Rai1. La seriosa Maggioni, sguardo commosso, ancora non ha realizzato gli effetti del patto di Viale Mazzini fra lโex Cavaliere e Matteo Renzi che lโha coinvolta: โOra sto dallโaltra parte, ma io sono e resto un prodotto Raiโ. E va precisato, senza malizia, che si tratta del prodotto di un patto tra rodati contraenti, in ossequio allโaberrante testo di legge Gasparri che impone spartizioni trasversali per il servizio pubblico. Ma per quelli che frequentano la Sala degli Arazzi la politica รจ neutrale, non sโaccorgono di essere pedine di uno scacchiere, e i manovratori si chiamano Silvio e Matteo. Fingono. Perรฒ temono settembre.
Quando Campo DallโOrto dovrร proporre il pacchetto di nomine per i telegiornali (punto numero uno: lโinformazione) e non potrร svalutare le opinioni di Forza Italia e, soprattutto, le preferenze di Renzi. Questo scampato pericolo rincuora Gubitosi. Non sarร lโex dg a copiare lโaccordo tra Pd e Fi; รจ ancora in voga lโarcano del presunto documento firmato da Maria Elena Boschi e Gianni Letta che riguarda le poltrone di Viale Mazzini.
Maggioni รจ allusiva: โOra riposatevi, prendetevi le meritate ferieโ. E lโex capo di Mtv e La7 chiosa: โIo comprendo lโimportanza della famiglia. ร stato un anno duro per tutti, il prossimo sarร ugualmente duro. Io vi aspetto e studio lโazienda, vi chiamo in caso di bisognoโ. Questa mezzโoretta, il tempo di un telegiornale completo, trascorre noiosa. Poi Campo DallโOrto ritrova lo spirito della Leopolda e sfoggia lโeloquio renziano: โIo sono figlio di quella generazione che รจ cresciuta con mamma Rai e sono riconoscente al ruolo di questโazienda. Oggi il mercato รจ cambiato e anche noi dovremo competere al meglio. Vorrei una tv piรน giovane. Il pubblico Rai somiglia a una pera, la base รจ fatta da anziani. Mi sarร utile la mia esperienza internazionaleโ (Omette il tumultuoso divorzio con La7). Un euforico Gubitosi, poi, presenta a Campo DallโOrto i dirigenti piรน alti in grado. Sfilano composti, mani conserte (…).
