ROMA – Referendum, Arturo Parisi: “Consociativismo contro competizione”. Riformista della prima ora e padre nobile di Ulivo prima e Pd poi, Arturo Parisi ha qualche titolo per dire la sua sul referendum costituzionale. Intervistato da Italia Oggi, Parisi cita proprio il professor Zagrebelsky (che difende le ragioni del No) per esplicitare la vera posta in gioco: il confronto, giunto all’esito finale, tra due idee di democrazia, una consociativa ispirata alla prima Repubblica e l’altra competitiva.
Nella prima, nella logica del proporzionale, “nessuno vince e nessuno perde mai. Tutti tessono e ritessono ogni giorno la stessa tela, facendo e disfacendo continuamente i governi in Parlamento”. Nella seconda “ad ogni elezione c’è chi vince e c’è chi perde, e chi vince viene chiamato al governo e a dare conto del suo governare ogni giorno al Parlamento e, alla fine della legislatura, al voto finale degli elettori”. Due idee legittime, ma è inutile dire con chi si schieri Parisi che nota come per la vecchia guardia (Bersani, D’Alema) Renzi rappresenti l’ultima spiaggia. Perché con la vittoria del No faremmo “tutto d’un tratto un salto indietro di trentanni. Che bello!”.
Se vogliono rialzarsi l’occasione è questa. Una occasione unica, comunque l’ultima. Scommettere sulla occasione offertagli da Renzi, investire sulla diffusa reazione al suo stile «indisponente» e alla personalizzazione impressa irreversibilmente all’esito del referendum e alla campagna referendaria in corso, ma prima ancora alla impresa riformatrice. Distrarre così dalla «cosa», quella vera, che non è il testo della riforma, ma la sua ambizione non meno «sfrontata» di incanalare il fiume che li sommergerebbe definitivamente.
[…] E poi fare fronte comune per contrastare il progetto di affermare stabilmente anche nel nostro Paese un modello di democrazia governante. Uniti tutti assieme. Quelli che un tempo dissero le stesse cose, ma solo fin quando erano al Governo o in vista del Governo. Quelli che non essendo stati mai al Governo furono sempre contro ogni Governo. Quelli che oggi sanno che al Governo non andranno mai e quelli che sentono che non torneranno più. (Goffredo Pistelli, intervista ad Arturo Parisi su Italia Oggi)