Il Corriere della Sera: “Renzi: cancelliamo i contratti precari”. Alla Germania va detto questo, l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia:
Da tempo tra i protagonisti a ogni effetto della politica interna italiana ce ne sono almeno due che italiani non sono: lโUnione Europea e, principalmente per suo tramite, la Germania. E la loro presenza dietro le quinte serve spesso ad alimentare qui da noi progetti di natura ambigua, voci incontrollate. Il fatto รจ che la crisi sta portando a termine il radicale mutamento del profilo dellโUe, che si sostanzia in una cruciale novitร : lโormai evidente, definitiva egemonia al suo interno della Germania. Da questo punto di vista Renzi รจ stato certo ingenuo a pensare che bastasse il suo 40 per cento elettorale a cancellare un dato di fatto cosรฌ decisivo.
La Germania possiede tre formidabili punti di forza: 1) รจ la potenza economica dominante del continente; 2) ha dalla sua lโappoggio in pratica permanente di una cintura di Stati suoi satelliti di fatto (Repubblica Ceca, Austria, Belgio, Lussemburgo, un poโ meno Finlandia e Olanda, ma insomma stiamo lรฌ); 3) puรฒ infine contare sugli uffici di Bruxelles dellโUnione, i quali, seppure non composti in maggioranza di cittadini tedeschi, della Germania hanno perรฒ assorbito la mentalitร e i punti di vista circa ciรฒ che lโUnione deve essere e come essa deve funzionare. La Germania insomma dispone di ben tre registri per la sua politica: la voce di Berlino, il pacchetto di Stati che essa ispira, le decisioni e le raccomandazioni di Bruxelles. LโItalia โ come altri membri dellโUnione โ รจ da anni presa in questa tenaglia. E alla fine, se vuole mantenere in piedi lโUe e lโeuro, non puรฒ che chinare la testa.
La Repubblica: “Renzi: via i contratti precari e sull’articolo 18 non medio nel Pd”.
La Stampa: “Renzi: tratto con i lavoratori, non nel Pd”.












