ROMA – “Le ultime piogge furiose delle settimane scorse non le hanno dato scampo – scrive Laura Larcan del Messaggero – L’acqua e il vento hanno fatto cedere ancora due pezzi. In tutto, quaranta centimetri di legno ultra-secolare”.
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Ma è solo l’ultima ferita per la famosissima Quercia del Tasso sul Gianicolo, lo storico albero quasi leggendario, “cantato” com’è da tutte le guide turistiche di Roma perché amato dal grande poeta cinquecentesco della “Gerusalemme liberata”, sotto le cui fronde era consueto sedersi e meditare nell’ultima mesta fase della sua vita. All’epoca di Torquato Tasso, il belvedere della quercia faceva parte dell’orto del vicino convento di Sant’Onofrio. Oggi sembra quasi terra di nessuno. Perché in una notte di maggio scorso, un incendio di natura dolosa ha carbonizzato tutta la pianta. Ai piedi del tronco i vigili del fuoco, chiamati da passanti che avevano visto fumo e fiamme, avevano rinvenuto anche l’accendino. Ora, della maestosa quercia non rimane che un triste tizzone nero. Sorretto a stento da uno scheletro di metallo arrugginito che sembra quasi la brutta copia di una scultura dell’artista contemporaneo Calder: protesi di ferro installate nei decenni, dopo che nel 1843 un fulmine colpì rovinosamente la quercia e cominciò la sua decadenza. Insomma, lo spettacolo è impietoso. E se qualche turista intrepido, guida alla mano, si spinge ad esplorare la Quercia del Tasso, tanto cara anche a San Filippo Neri, resta inorridito di fronte ad un simulacro annerito ad un passo dal collasso. A tal punto che un gruppo di studiosi e appassionati si è mobilitato per elaborare un progetto “salva-Quercia”, che vede in prima linea la dirigente scolastica del liceo Tasso di Roma Maria Letizia Terrinoni, l’associazione Amici del Tasso, e il ricercatore Lorenzo Grassi.
L’OPERAZIONE
Il progetto di recupero della pianta, che ha già recepito l’interessamento da parte dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr, e dell’Orto Botanico col Dipartimento di biologia vegetale della Sapienza, è stato presentato alla Sovrintendenza capitolina, che ha in consegna i monumenti del Gianicolo, con la specifica cura del verde che spetta al Servizio Giardini del Comune. L’idea è di estrarre e consolidare quel che resta della quercia originaria, e musealizzarla nel nuovo Museo delle Scienze appena inaugurato presso lo storico Liceo Tasso di via Sicilia. Non solo, ma contemporaneamente ripiantare una nuova quercia nel sito originario del giardino sul colle. Proprio l’Orto Botanico, infatti, conserva alcuni semi delle querce del Gianicolo che tiene in vivaio. Pertanto, il reimpianto prevede una quercia geneticamente imparentata con l’antico esemplare caro al poeta. Non è la stessa del Tasso, ma nemmeno un’estranea. Il comitato ora aspetta che Palazzo Lovatelli convochi un incontro preliminare di valutazione del progetto, con l’obiettivo che venga aperto un tavolo di lavoro. In fondo, come riflettono gli stessi promotori dell’iniziativa, non è un’operazione molto costosa: il reimpianto sarà ad opera dei tecnici dell’Orto Botanico di Roma, mentre vanno sostenute le fasi più complesse di espianto, consolidamento e trasporto. Alla musealizzazione penserebbe, infine, il Liceo Tasso. Certo è che si cercano mecenati illuminati per salvare la memoria del Tasso.