ROMA – A furia di ritoccarla continuamente verso l’alto, la mini-patrimoniale sul risparmio introdotta dal governo di Mario Monti rischia di non potersi più definire tale.
Scrive Andrea Bassi sul Messaggero:
Già nel passaggio al Senato della legge di Stabilità, l’imposta di bollo sui conti titoli e sui conti deposito (quelli in cui la somma viene vincolata) era stata portata dall’1,5 per mille al 2 per mille. Una misura che ha permesso al governo di recuperare 500 milioni di euro da destinare al finanziamento, tra le altre cose, del cuneo fiscale.
Adesso tra gli emendamenti depositati dal gruppo del Pd, che alla Camera ha la maggioranza assoluta, ne è spuntato uno firmato da tutto il gruppo presente in Commissione bilancio e che propone di aumentare al 2,5 per mille il prelievo sul risparmio finanziario. Per rendere più progressiva l’imposta, lo stesso emendamento prevede di eliminare il tetto minimo attualmente fissato a 34,20 euro e quello massimo che oggi è a 4.500 euro. Questo significa, per esempio, che su un deposito di 10.000 euro si risparmierebbero 9,20 euro, visto che la tassa scenderebbe da 34,20 euro a 25 euro.Viceversa, su un patrimonio più consistente, per esempio di 1 milione di euro, l’aggravio sarebbe di mille euro (si veda anche tabella in pagina). Per i depositi e gli investimenti delle società, invece, la proposta di emendamento del Partito Democratico propone comunque un tetto massimo di 10 mila euro all’imposta (…)
