
ROMA – “Rispettate i contribuenti”, questo il titolo dell’editoriale di Massimo Fraccaro e Nicola Saldutti sul Corriere della Sera: “Un principio sembra, purtroppo, difficile da scalfire. Quando una tassa entra in scena, farla scendere dal palcoscenico รจ sempre molto complicato. Prendiamo lโImu, lโimposta municipale sugli immobili. A giugno cโรจ stata incertezza fino allโultimo sullโabolizione, o meno, dellโimposta sullโabitazione principale”.
Ecco uno stralcio dell’editoriale:
Adesso, per esonerare gli italiani dal pagamento della seconda rata, che scade il 16 dicembre, tra meno di un mese ricordiamolo, il percorso sembra ancora piรน tortuoso.
La pagheremo o non la pagheremo? Di slittamento in slittamento lโaddio dovrebbe arrivare martedรฌ prossimo, come ha annunciato ieri il governo. E il premier, Enrico Letta, ha chiarito che si tratta solo di un ยซfatto formaleยป.
Una formalitร legata alla rivalutazione delle quote della Banca dโItalia e a un parere della Bce.ย LโImu รจ davvero unโimposta senza pace. Fu complicato calcolarne lโimporto al momento della sua introduzione. ร altrettanto complicato liberarsene. Certo, le ragioni del bilancio dello Stato restano fondamentali, ma i contribuenti meritano rispetto, si attendono certezze e andrebbero evitati questi continui ยซtira e mollaยป. Che non restano senza conseguenze. Proprio ieri i Centri di assistenza fiscale, dai quali passano milioni di cittadini, per farsi aiutare nel loro (intricato) rapporto con il Fisco hanno dichiarato che per il conteggio delle imposte dovute sulle seconde case baseranno i loro calcoli solo sulle aliquote definite dai Comuni entro il 15 novembre. Il motivo? Non ci sarebbero piรน i tempi tecnici per fare i calcoli e predisporre i bollettini o i moduli di pa- gamento. Peccato, perรฒ, che i Comuni abbiano tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le aliquote definitive. Una settimana prima del termine: una follia. E una evidente violazione delle regole. Lo Statuto del contribuente (poco applicato) prevede un periodo di almeno 60 giorni tra la decisione di imporre una tassa e il termine per farla pagare.
Termine giร abbondantemente violato. Un vizio, quello della retroattivitร delle imposte, che si ripete spesso.
La prova piรน difficile, quando si cancella unโimposta, รจ trovare i fondi per coprire quel vuoto che si crea nei conti. Cosรฌ sta accadendo allโImu. Si calcolano in almeno 2,4 miliardi i fondi necessari. Una parte verrร dalla rivalutazione delle quote della Banca dโItalia custodite dalle banche-azioniste, ma unโaltra parte arriverร dagli stessi contribuenti.
Come: con lโaumento degli acconti sulle imposte, ovvero sugli anticipi di gettito che lo Stato chiede ai contribuenti. Anticipi che, in tempi di crisi, spesso riflettono una situazione molto lontana dalla realtร del budget delle famiglie e delle imprese. Cosรฌ si assiste a una specie di gioco delle due tasche, da una parte si toglie e dallโaltra si prende.
Senza contare le cosiddette ยซclausole di salvaguardiaยป, una sorta di Croce Rossa dei conti pubblici.ย Se unโimposta non dร gettito allora ne scatta unโaltra. In questo caso per far quadrare i conti potrebbero aumentare, come sempre, benzina e sigarette.
P.S. Se davvero le imposte comunali arrivassero con un bollettino precompilato come sembra di capire in questi giorni, sarebbe un bel passo avanti.
