
ROMA – Roberto Cerati, “monaco laico” e “soldato”. Così si Repubblica Massimiliano Novelli ricorda il presidente di Einaudi morto il 22 novembre a 90 anni.
Scrive Novelli:
“Cerati, soldato e monaco laico del libro Einaudi, se ne è andato a novant’anni nella sua casa milanese di via Pontaccio, a Brera-Garibaldi, lasciando una geografia dell’animo, negli amici torinesi, incastonata fra la casa editrice dello Struzzo e quello scarno reticolo di altre strade limitrofe che frequentava. Ernesto Ferrero, scrittore ed einaudiano di lungo corso, ricorda che «la Torino di Cerati sta nel perimetro disegnato da Porta Nuova (l’Hotel Genio, dove aveva una stanza fissa), via Biancamano (una celletta monacale, non certo lo studio lussuoso di un presidente), Platti e il ristorante Solferino, dove consumava pasti frugali rallegrati da un bicchiere di ottimo vino rosso».Torino, però, aggiunge Claudio Pavese, più archeologo dell’editoria che semplice collezionista di volumi dell’Einaudi, «gli aveva lasciato il rammarico di non avere voluto o saputo ospitare la mostra sui Coralli, storica collana dello Struzzo, che si è vista invece a New York e a Milano». Una mostra bella e sobria, come piaceva a Cerati, ideata dallo stesso Pavese, da Claudio Fantinel e da Malcom Einaudi, il nipote di Giulio, che guida l’omonima fondazione.
Nonostante la malattia Cerati, ricorda Novelli, ha continuato a lavorare senza soluzione di continuità:
Seppure malato da tempo, il presidente dell’Einaudi non disertava le visite torinesi e continuava a lavorare, a dire la sua con autorevolezza, oltre a essere il gran custode delle carte storiche della casa editrice creata da Giulio Einaudi, depositate all’Archivio di Stato di Torino. Qualche mese fa, del resto, ci rammentava lo scrittore Frediano Sessi, non aveva esitato a manifestargli il suo disappunto per il discusso libro di Sergio Luzzatto su Primo Levi, “Partigia”. Tanto che si è detto che sia stato proprio il suo giudizio a fare sì che il saggio, poi, venisse pubblicato dalla Mondadori e non dalla casa editrice torinese. Ancora giovedì scorso, prosegue Ferrero, «costretto a letto e senza voce, ha voluto vedere bilanci, programmi, iniziative promozionali, e si è rallegrato di tenere tra le mani il secondo volume che raccoglie i verbali dei famosi mercoledì dello stato maggiore dell’Einaudi. Se la vera ricchezza consiste in quello che sappiamo dare agli altri, il piccolo monaco einaudiano è stato l’uomo più ricco del mondo».Una delle ultime imprese che lo avevano coinvolto, spiega Claudio Pavese, «è stata quella rappresentata dal racconto dei libri Einaudi, dal 1933 al 1983, che ho realizzato con i suoi consigli e la sua collaborazione fattiva in dodici dvd. Conclude: «Ci teneva molto a questa dettagliata storia della casa editrice, che è stata completata ed è inedita». Per rispettare la sua volontà, i funerali di Roberto Cerati si terranno in forma strettamente privata.
