
ROMA – Nicola Zingaretti fa le pentole ma non i coperchi: aumenta l’Irpef, ma solo ai “ricchi”, quelli che guadagnano da 1.500 euro netti al mese, rate di tredicesima incluse. Dopo avere fatto scrivere dai giornali che intende bloccare l’aumento della addizionale Irpef, che nel Lazio e a Roma in particolare รจ la piรน alta d’Italia, con tutta una serie di risparmiย Nicola Zingaretti ha tolto la maschera: toglierร ai “ricchi” per dare ai “poveri” e, come scrive il Messaggero, dall’aumento della addizionale Irpef รจ prevista l’esenzione sotto i 28mila euro di reddito lordi annui, mentre “sale di un puntoย ma solo per le fasce di reddito piรน alte”, con ciร fissato la soglia della ricchezza a circa 2.300 euro lordi al mese, che fa netto poco piรน di 1.500 euro mensili spalmando nella media anche i dodicesimi della tredicesima.
Non ci sarebbe nulla di male se quei ricchi non arrivassero a versare al Fisco a piรน teste, quella dello Stato, quella della Regione, quella del Comune, piรน di metร del lor stipendio o dei lor guadagni, per poi spesso scoprire che quei poveri proprio poveri non sono ma curano con attenzione la denuncia dei redditi, salvo lavorare in buona parte per l’economia sommersa, in nero.
Mauro Evangelisti sul Messaggero toglie il velo alla bella fiaba di Nicola Zingaretti amico dei contribuenti:
“Per fare tornare i conti, chiudere il bilancio di previsione 2014 entro il 31 dicembre e allo stesso tempo non colpire i redditi piรน bassi, la giunta regionale sta andando verso una soluzione: confermare sรฌ lโaumento dellโIrpef di un altro punto (al 3,33%), ma esentare i redditi inferiori ai 28 mila euro annui. A Roma e nel Lazio sono 2,1 milioni su un totale di 2,7 milioni di contribuenti”.
Seguono le promesse:
“Si corre per continuare a tagliare tutto ciรฒ che puรฒ essere tagliato”.
Per Nicola Zingaretti
“la riduzione di sprechi e spese inutili si รจ avvicinata in questo biennio al miliardo”.Se con un miliardo di tagli devono ancora aumentare l’Irpef vuole dire che da qualche altra parte le spese sono davvero fuori controllo. Poi dice che la gente si รจ rotta.
Bene, si chiede Mauro Evangelisti,
“ma allora perchรฉ stiamo parlando di aumento dellโaddizionale Irpef regionale di un altro punto, dopo lo 0,6 del 2014 che ha portato il totale al 2,33 per cento? Bisogna mettere in fila alcuni elementi.
Cโรจ la zavorra storica per il Lazio che deve ripagare il maxidebito: come Regione รจ impegnata nel piano di rientro ed รจ obbligata ad approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre (ci sarร una tour de force in consiglio regionale in coincidenza delle festivitร natalizie). Il Lazio ha scelto di scrivere a bilancio lโaumento dellโIrpef (0,6 per cento nel 2014, 1 per cento 2015) per aderire a una legge del governo Monti che consentiva di pagare i debiti arretrati nei confronti delle imprese, immettendo cosรฌ linfa vitale per lโeconomia.
Lโidea perรฒ era di risanare nel frattempo il bilancio della Regione e dunque poi limitare o annullare gli effetti dellโaumento dellโIrpef. Nel 2014 il risultato รจ stato ottenuto, tanto che Zingaretti annunciรฒ lโesenzione per i redditi inferiori ai 28 mila euro (inizialmente era solo per quelli sotto i 15 mila). Per il 2015 si contava di eliminare totalmente il piรน 1 che vale una stangata complessiva del 3,33 per cento. Ad aiutare รจ sopraggiunto il dato dellโIstat: ci sono 300 mila abitanti in piรน in che valgono una fetta piรน ampia della torta del fondo sanitario spartito tra le regioni.
Poi perรฒ รจ arrivata la manovra del governo, che chiede ulteriori sacrifici alle regioni (4 miliardi complessivamente, per il Lazio, tenendo conto anche dei tagli dei governi precedenti si tratta di un conto da 700-800 milioni).
Ma quanto vale la torta dellโIrpef? In termine assoluti 1,6 miliardi di euro. Uno studio della Uil nel 2014 (con lโaliquota al 2,33 per i redditi superiori ai 28 mila euro e allโ1,73 per gli altri) ipotizzava 548 euro annui a contribuente. Se scatterร lโaumento si arriverร a circa 700 euro annui (sempre in media)”.
