Roma, sentenze pilotate: giudice sotto accusa

Sentenze pilotate, giudice sotto accusa

ROMA – Potrebbe portare ad un maxi processo l’inchiesta sulle sentenze pilotate emesse dal tribunale fallimentare di Roma.

Per la presunta ideatrice del raggiro, il giudice Chiara Schettini, il suo ex compagno, il commercialista Piercarlo Rossi, e altri ventidue indagati, la procura di Perugia ha appena firmato la conclusione delle indagini, atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio.

Scrive Adelaide Pierucci sul Messaggero:

Intanto la posizione del giudice Schettini, accusata di corruzione, peculato, falso e minacce, si è aggravata. Alla fine dell’inchiesta risulterebbe un giro di soldi ancora maggiore, il magistrato avrebbe sfilato oltre 6 milioni di euro, e non più 4 milioni e mezzo come invece era stato stimato all’avvio dell’indagine, ammettendo nelle procedure fallimentari che erano state a lei affidate falsi crediti, che poi avrebbe spartito con i complici. I soldi, secondo l’accusa, sarebbero poi transitati su alcuni conti all’estero e, reinvestiti in vari modi, tra cui comprare case, come quella pagata 370 mila euro in contanti dall’ex compagno del giudice in via del Colosseo. In un solo colpo Chiara Schettini, arrestata nel giugno scorso, coordinando il resto dei presunti complici, sarebbe riuscita a sfilare da un fallimento, fino a due milioni di euro. E’ il caso della Pasqualini srl, in cui ha ammesso al passivo un falso regista che con scritture private fasulle, ha finto di avere avuto dalla società, un’industria che produceva oli, la commissione per realizzare 24 sceneggiature, copioni che sarebbero dovuti diventare un serial televisivo.

Gli eredi della stessa società sarebbero stati alleggeriti anche di altri 893.000 euro con false procure notarili fatte esibire da un falso biologo e un finto ingegnere. Tra gli indagati dell’inchiesta figurano il consulente tecnico Pierluigi De Paoli, il commercialista Massimo Di Lauro, gli avvocati Marzia Macchi, Rossella Galante, Carlo Romeo, Giuseppe Sciosia, il prestanome Andrea Doni e Massimiliano Fiore, il riciclatore Federico Devittori.

Il giudice Schettini, accusata di avere manipolato almeno sei fallimenti, altre al giro di sodi, avrebbe accettato volentieri anche regali. Come scrive il pm, i doni accettati dal magistrato sarebbero «un televisore al plasma, un impianto hi-fi, un paio di orecchini, il pagamento della quota mensile di frequenza di una palestra ai Parioli per se’ e anche per il figlio». Secondo l’accusa i regali sarebbero stati elargiti dal commercialista Di Lauro. Il professionista avrebbe offerto a Chiara Schettini questi doni come una forma di ringraziamento per la nomina di curatore fallimentare.

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FIlippo Limoncelli