Roma: tirapugni contro la ex, condannato a 8 anni di carcere

L’articolo del Messaggero

ROMA – “A volte – scrive Adelaide Pierucci del Messaggero – non era necessario nemmeno usare minacce, gli sputi in faccia, gli schiaffi per terrorizzare l’ex compagna. Gli bastava piazzarsi sotto casa di lei con un tirapugni d’acciaio infilato”.

L’articolo del Messaggero: «Non hai capito che faccio sul serio, t’ammazzo», chiariva all’occorrenza. Lui, 40 anni, ora in galera. Lei, 26 anni, salva per miracolo, segnata dalle botte e da due stupri, ma in grado di denunciarlo e di farlo condannare, prove alla mano, a otto anni di carcere. La sentenza è di ieri davanti alla I sezione collegiale del Tribunale di Roma. Il pm d’aula ne aveva chiesti nove. Luciano T. non se l’aspettava che finisse così la loro storia. Con lui rinchiuso in una cella e la prospettiva di rimanerci per un pezzo, e lei fuori, libera dalle sue persecuzioni. Si era convinto che l’ex compagna fosse una cosa sua, che dovesse fare quello che diceva lui, che avesse diritto di stare a casa di lei «a suo piacimento», hanno sottolineato il pm d’aula, anche dopo la fine del loro rapporto. Libero anche di violentarla in un androne. Nel processo per stalking, lesioni e violenza sessuale invece sono state ripercorse le tappe dell’incubo. Settembre e ottobre 2014. Quartiere Casal de’ Pazzi. L’uomo ha un obiettivo. Continuare a perseguitarla anche se lei è scappata da casa di lui. Allora si apposta quasi tutti i giorni sotto casa dellamadre dell’ex compagna, che per evitare il peggio, viveva barricata lì. «Befana, se non apri vedi quello che ti succede». «Ho diritto di stare da te». Brutte serate. Il peggio per la giovane arriva, però, la notte del 21 settembre. Lui la fa scendere nell’ androne, le sputa in faccia, la schiaffeggia, e ne abusa. «Se reagisci sono botte». Ma la paura è troppa anche per urlare, per chiedere aiuto. Poi lui sale a casa e la sevizia di nuovo (…)

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Gianluca Pace