
ROMA – “Romano Prodi – scrive Paolo Valentino del Corriere della Sera – ha spiegato ieri alla nostra Monica Guerzoni di ยซnon avere nessuna intenzione di fare il presidente della Repubblicaยป e di appassionarsi in questa fase soprattutto ai ยซcambiamenti di potere in Europaยป. Che si tratti di un rifiuto definitivo da parte dellโex premier, รจ presto per dirlo. Ma che sul distacco vero o apparente di Prodi pesino i suoi attuali rapporti (o meglio, non rapporti) con Matteo Renzi, รจ un fatto che viene confermato da diverse fonti”.
L’articolo completo:
Un Grande Freddo รจ calato negli ultimi mesi tra il presidente del Consiglio e il Professore, che solo a un cerchio ristretto di persone confessa il proprio disappunto.
E a far abbassare la temperatura non รจ solo o tanto il sospetto, che uno dei corollari impliciti del patto del Nazareno sia proprio un virtuale segnale rosso a ogni eventuale ambizione collinare di Romano Prodi, osteggiato da Berlusconi e forse troppo ingombrante per Renzi.
Due episodi in particolare hanno segnato irreparabilmente quella che, allโinizio dellโavventura di Renzi a Palazzo Chigi, era apparsa come una relazione molto promettente: il giovane premier aveva infatti diverse volte chiesto aiuto e consiglio al piรน anziano statista, trovandolo sempre molto disponibile.
La prima increspatura, secondo le fonti, sarebbe venuta sulla crisi ucraina. Sarebbe stato il sottosegretario Graziano Delrio a contattare personalmente Romano Prodi, chiedendo la sua disponibilitร di massima a tentare una mediazione nella difficile partita tra Mosca e Kiev. Ma dopo aver ricevuto il pieno accordo dellโex presidente, Palazzo Chigi รจ sparito dal radar prodiano.
Cosa abbia determinato il dietro front non รจ chiaro. Forse รจ stata la posizione di Prodi, totalmente contrario alle sanzioni europee nei confronti della Russia, che ancora pochi giorni fa ha definito ยซun suicidio collettivoยป.
Un giudizio chiaramente non in linea con la posizione del governo italiano, che ha dovuto fugare lโiniziale sospetto tra i partner occidentali di essere troppo filo-russo. Qualunque sia stata la motivazione, a lasciar basito Prodi รจ stato il silenzio completo seguito alla prima richiesta, tanto piรน che le sue idee sulla questione ucraina erano ben note.
Ma forse ancora piรน scottato, il Professore รจ rimasto dalla vicenda della Libia, uno dei Paesi che conosce meglio.
Secondo la ricostruzione delle fonti, allโinizio dellโestate alcune delle fazioni libiche avrebbero contattato il governo di Roma, chiedendo esplicitamente che Prodi venisse indicato dallโItalia come eventuale mediatore delle Nazioni Unite nella crisi. Palazzo Chigi non avrebbe mai risposto, nรฉ in un senso nรฉ nellโaltro, a questa sollecitazione.
Comโรจ noto, in agosto, il segretario generale dellโOnu Ban Ki Moon ha poi nominato a sorpresa il diplomatico spagnolo Bernardino Leรณn, scelta ineccepibile, ma che รจ stata vista come uno sgarbo nei confronti dellโItalia, lโunico Paese ad aver mantenuto aperta lโambasciata a Tripoli in una situazione esplosiva e pericolosissima. Sgarbo o meno, anche qui la delusione di Prodi viene dallโessere stato completamente ignorato da Matteo Renzi, nonostante lโindicazione che veniva dai libici fosse una specie di investitura.
Del precipitare della crisi in Libia, ormai avvitata in una spirale di caos e violenza, si รจ parlato ancora ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, in un vertice ad hoc, al quale hanno preso parte, con il presidente del Consiglio, i ministri degli Esteri e degli Interni, Paolo Gentiloni e Angelino Alfano, oltre al sottosegretario per i Servizi, Marco Minniti.
Sulle nostre ricostruzioni a proposito dei rapporti tra Prodi e Renzi, abbiamo cercato ieri di contattare il sottosegretario Delrio, per sentirlo e poter rendere conto della sua versione, ma non siamo riusciti a raggiungerlo .ย
