
ROMA – La stazione San Pietro sarà la prima cosa che vedranno i pellegrini quando arriveranno per il Giubileo. Una stazione, scrive Valeria Arnaldi del Messaggero, ostaggio di scippi e degrado.
L’articolo di Valeria Arnaldi: (…) Nonostante l’importanza di nome e posizione, la stazione, oggi, sembra abbandonata a se stessa, zona franca per vandali e delinquenti. Basta entrarci per rendersi conto del degrado in cui versa. Erbacce spuntano tra gli scalini, “concimate” da rifiuti di ogni tipo. Ci sono mozziconi di sigarette spente e riaccese nell’attesa del treno, avanzi di cibo buttati via prima di salire, lattine e bottiglie che testimoniano serate alcoliche, insomma immondizia che racconta vita e ritmi della stazione stessa e della scarsa noncuranza di chi la frequenta. Ma ci sono anche, ben più ingombranti, rifiuti che, invece, qui vengono appositamente portati, dalla cyclette lasciata sulle scale nella speranza forse che qualcuno decidesse di portarla a casa propria fino a motorini e biciclette abbandonati dopo essere stati spogliati di ogni accessorio o pezzo vendibile. E qui il racconto della vita dell’area si fa a tinte fosche, lasciando intuire storie di furti e scippi, come ribadiscono alcuni borselli e portamonete gettati in un angolo. Storie che la stazione accoglie, ma per paradosso, nonostante la sua centralità, nasconde. Proprio sotto gli occhi di tutti. D’altronde, che la struttura sia molto frequentata ma poco controllata è evidente sin dal primo sguardo. I muri sono scrostati, l’intonaco è caduto in più punti. E laddove, invece, le superfici rimangono lisce e “presentabili”, a coprirle sono tag e graffiti di giovani writers, tra dichiarazioni d’amore, insulti e semplici segni lasciati per testimoniare il passaggio. WRITER Le scritte si ripetono sui display che dovrebbero indicare gli orari dei treni, coperti da tratti veloci di bombolette spray, spesso, in botta-e-risposta tra firme diverse che documentano battaglie di più giorni. Insicura, come le “tracce” lasciano intuire, la stazione viene usata pure come suk. È qui che i pellegrini si vedranno venire incontro, nel vero senso della definizione, i primi souvenir della città (…).
