ROMA – La politica estera italiana è guidata da Sant’Egidio, sostiene Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano, in una intervista a Italia Oggi. Il Governo Monti, dice Parsi, non ha una linea, Mario Monti stesso è interessato solo al rapporto con Berlino e così si fa condizionare dal buonismo alla Sant’Egidio: “Una politica estera da oratorio” è il titolo.
L’intervista, condotta da Luigi Chiarello chiarisce megilio:
«La politica estera dell’Italia per il Mediterraneo la fa una organizzazione privata». O meglio, «la detta un ministro, Andrea Riccardi, che è anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio». Di conseguenza, «abbiamo una politica estera fatta di opere di bene».
Alla domanda: “La crisi ha assicurato un ruolo di primo piano a Berlino. L’Italia, che concorreva con la Germania al seggio nel Consiglio di sicurezza Onu, sembra diventata una provincia dell’impero tedesco”, Parsi risponde:
“È tutta l’Europa ad essere diventata una provincia dell’impero tedesco. Ma si tratta di un impero riluttante, in realtà. Perché i tedeschi sono i primi a sapere che, ogni volta che il loro potere diventa visibile, l’Europa finisce per saltare per aria. I tedeschi hanno paura del potere e, contemporaneamente, hanno paura di perdere il controllo”.
D. Anche nel Mediterraneo, il nostro ruolo di potenza regionale sembra appannato, a vantaggio di Francia e Turchia. Parigi in particolare, dopo aver riconosciuto per prima il Consiglio nazionale transitorio libico, ha fatto lo stesso in settimana con l’opposizione siriana.
R. In un momento di instabilità complessiva come quello attuale, anche le risorse militari contano. E sia la Francia, sia la Turchia, hanno uno strumento militare migliore del nostro. C’è poco da fare. Poi, in generale, va detto che il governo tecnico, per definizione, ha ruolo politico in Europa. Fuori dall’Europa, molto meno …
Questo governo tecnico consente di avere la carta migliore nelle relazioni con l’Europa e la Germania. Ma, per le altre questioni, ha carte più deboli. Ciò che non è economia o finanza ha molto meno peso. E poi, la politica estera verso il Mediterraneo sembra ormai nelle mani di Andrea Riccardi, il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione. Una politica estera fatta di opere di bene.
D. E il ministro degli esteri, Giulio Terzi di Santagata, non ha voce in capitolo?
R. Nei governi, la politica estera non la fa il ministro degli esteri. Ma sempre il Primo ministro. In Europa la politica estera italiana la fa Monti. Che decide anche la politica estera italiana verso Usa e Cina. Ma, nei confronti del Mediterraneo, la politica estera di fatto la decide e la attua un ministro, che è anche il fondatore ed ex presidente della Comunità di Sant’Egidio. Con tutte le conseguenze che questa sovrapposizione comporta.
