SAPPADA (BELLUNO) – Sappada, Comune veneto in provincia di Belluno, torna a chiedere di separarsi dalla regione ed essere annessa al Friuli Venezia Giulia. Il motivo è semplice: essere Comune in una regione a statuto speciale permette di godere di fondi maggiori di quelli che si hanno a disposizione in una regione a statuto ordinario.
Così il Consiglio comunale, convocato d’urgenza dal sindaco Manuel Piller Hoffer, ha lanciato un ultimatum al Senato per il passaggio in Friuli, come spiega sul Corriere della Alpi Francesco Dal Mas, che scrive:
“Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una delibera e un ordine del giorno, uno più stringente dell’altra. La prima, proposta da sindaco e maggioranza e condivisa dall’opposizione, ricostruisce la vicenda, dal referendum di 8 anni fa fino ai giorni nostri, e invita i senatori a riportare in aula il ddl sul distacco dal Veneto. E di farlo in tempi rapidi. Il secondo, proposto da “Cambia Sappada” e condiviso dalla maggioranza, «ordina», proprio così, «al Consiglio provinciale di ritirare il documento approvato nell’ultima seduta e che quassù, ai piedi del Peralba, viene ritenuto un tradimento».
Folla delle grandi occasioni in municipio, con tanti sappadini in piedi e alcuni che proprio non sono riusciti a entrare in aula. Il sindaco Piller Hoffer ha letto la nota di reazione, durissima, allo stralcio del voto in Senato, chiedendo che venisse allegata alla delibera presentata subito dopo dalla maggioranza e che di fatto mette con le spalle al muro il parlamento, a cominciare dai senatori. Scroscianti gli applausi per quanto ha detto e per il tono usato dal primo cittadino.
(…) Il consiglio comunale – si legge nell’atto amministrativo approvato – «sollecita gli organi legislativi interessati, in particolare il Parlamento, affinché procedano prontamente nell’iter intrapreso, pervenendo all’esame e all’approvazione di una legge che permetta al Comune di Sappada il passaggio dalla Regione Veneto alla Regione Friuli Venezia Giulia quale effetto del pronunciamento plebiscitario reso dalla popolazione sappadina in occasione del referendum consultivo del marzo 2008».