
ROMA – Sempre meno pane sulle nostre tavole, al posto di rosette, biove e micconi ci sono verdura, carne, pesce. Ci sono crackers e grissini che si conservano piรน facilmente e durano piรน a lungo. Ma pane ce nโรจ sempre meno. Se ne mangiano al massimo due fettine al giorno.
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Scriveย Lorenza Castagneri sulla Stampa:
Per la veritร , non cโรจ molto da stupirsi. Dati di Coldiretti raccontano che il trend discendente รจ costante. Nel 1980 si mangiavano 230 grammi di pane a testa al giorno. Dieci anni dopo si รจ passati a circa 2 etti. Nel 2000 la media รจ di 180 grammi, nel 2010 di 120 e nel 2012 di 106. Fino ad arrivare ai 98 grammi di oggi. Un decimo di quanto si mangiava nelle campagne nel 1861: circa un chilo di pane al giorno pro capite. Una differenza abissale. ยซIl punto รจ che lo stile di vita si รจ modificato tantissimo. Allโepoca dellโUnitร quello era quasi lโunico alimento. Oggi non รจ piรน cosรฌ. Eโ ovvio che il suo consumo si sia molto ridottoยป, osserva Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. Che spiega: ยซIn passato il pane si consumava anche a colazione e a merenda. Bastava spalmarci sopra un poโ di burro e di marmellata. La societร รจ cambiata e preferisce biscotti e merendine. O tende a fare scelte piรน ragionate: quando si mangiano pasta o riso, si cerca di non abbinare altri farinacei. Ormai il pane non รจ piรน lโunica fonte di carboidratiยป.
Nel 2013, il 42 per cento degli italiani ha ridotto le quantitร di pane acquistate, mentre otto su dieci hanno tagliato la spesa dal fornaio. Sono lontani i tempi in cui la nonna, dopo colazione, cascasse il mondo, usciva di casa con la borsa sotto il braccio per andare a comprare il pane ancora caldo nel negozio allโangolo. Oggi รจ una minoranza chi va dal fornaio tutte le mattine: il 37 per cento. La media รจ di cinque volte alla settimana. E gli altri giorni? Semplice. Si mangia il pane del giorno prima. Un sacrilegio, per molti. Ma non per tutti. Piรน di 4 italiani su 10 hanno mangiato pagnotte avanzate. Piรน o meno lo stesso numero di quanti lo surgelano per consumarlo quando ce nโรจ bisogno.
Se poi si vanno a vedere i prezzi, si scopre che รจ Venezia รจ la cittร italiana piรน cara in quanto a costo del pane: 4,65 euro a chilo. In generale i valori variano tra i 3,80 euro al chilo a Bologna, 2,94 a Torino, 2,74 euro al chilo a Palermo, 2,43 a Roma e 2,67 a Bari, fino al minimo di Napoli: 2,01 euro. Ma la crisi, in questo caso, non cโentra o, al massimo, incide poco. ยซChi ama il pane, lo acquista comunque, anche se รจ caro โ prosegue Bazzana -. Anzi. Magari si opta per un prodotto di maggiore qualitร . Si preferiscono pani speciali, senza grasso o conditi con pomodoro fresco, olive e uvetta. Si spende un poโ di piรน, ma si compra menoยป.
Nel complesso, la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi allโanno. Le famiglie italiane hanno speso in media 30,15 euro al mese per acquistare il pane, grissini e cracker. Una cifra che rappresenta appena il 6,4 per cento della spesa alimentare media mensile, pari a circa 468 euro.
Ma da rilevare cโรจ anche unโaltra tendenza: il grande ritorno del pane fatto in casa. Il 18 per cento degli italiani รจ un ยซpanettiere fai-da-teยป. Del resto, non servono piรน i grandi forni a legna di una volta. Ormai basta quello di casa e unโimpastatrice. Ce ne sono di tutte le taglie.
Senza dimenticare i corsi di panificazione che ormai proliferano in tutte le grandi cittร . Almeno uno produce quanto pane vuole. E non si incorre in uno dei dispiaceri piรน grandi: doverlo buttare.
