
ROMA – “La Cgil si fermi. Smetta di trattare il dissenso con lo Statuto e ripristini un passaggio fondamentale, la consultazione di coloro che sono coinvolti dallโAccordo sulla rappresentanza, gli iscritti dellโindustria” cosรฌ Sergio Cofferati si appella a Susanna Camusso.
Salvatore Cannavรฒ sul Fatto Quotidiano:
ย โParliamo di uno scontro molto piรน duro di quello attuale in cui si rivendica solo autonomiaโ. Eppure allora, ricorda Cofferati, il congresso non si spaccรฒ, nessuno chiamรฒ in causa gli organi di garanzia interna, la divergenza rimase nel binario di una dialettica naturale. โE va ricordatoโ dice lโex leader Cgil โche in quella segreteria, guidata da Claudio Sabattini cโera proprio Susanna Camussoโ. โIl dissenso โ insiste Cofferati โ si affronta con la politica e non con i regolamenti interni. Lโidea di rispondere a delle obiezioni di merito utilizzando lo Statuto mi pare sbagliataโ. DI CAMUSSO preferisce non parlare ma ammette di essere rimasto โmolto sorpresoโ nel leggere la lettera inviata al Collegio statutario (quella con cui il segretario generale ha chiesto se e come sia possibile sanzionare Landini) definita โirritualeโ. Di fatto โunโanomaliaโ nella vita democratica del sindacato. Da qui lโinvito a โfermarsiโ, e a dare vita alla consultazione degli iscritti, fuori dal congresso e utilizzando questโultimo per una discussione sulla funzione del sindacato. E se non ci si ferma? โSi rischia di produrre una frattura che poi diventerร difficile ricomporreโ. Lโappello di Cofferati giunge nel momento in cui il โprocesso alla Fiomโ occupa tutto il sindacato. Ieri Maurizio Landini, intervenendo con Walter Veltroni alla presentazione del libro di Corrado Formigli, ha ribadito di non โvolere scissioniโ ma che โfino a quando non faranno votare i lavoratori non cambio ideaโ. Molti dirigenti nazionali, invece, come la segretaria della Funzione pubblica o quelli di Filcams e Fillea, si sono pronunciati a difesa della segreteria generale. Non lโha fatto Carla Cantone, dello Spi-Cgil, che vale la metร degli iscritti del sindacato, con un silenzio che puรฒ essere indicativo della preoccupazione che aleggia nella maggioranza Cgil. โCHE IN GIRO CI SIA un bel po โ di mal di pancia, รจ certoโ dice al Fatto Gianni Rinaldini, che di Landini รจ stato il predecessore e che, allo scorso congresso, ha diretto la minoranza de โLa Cgil che vogliamoโ. Rinaldini ritiene che, con queste regole e con questa vita interna, โla Cgil non sia piรน โ scalabileโโ. โLa dialettica democratica รจ bloccata, tutto viene gestito e controllato dal gruppo dirigente con metodi autoritariโ. Rinaldini ne ha per tutto il Direttivo nazionale che โha votato un accordo sulla rappresentanza facendo finta che si trattasse di un semplice regolamentoโ. La Cgil che qui viene descritta รจ un sindacato gestito completamente dallโalto โche accetta le bugieโ e che quindi รจ avvitato in una โcrisi vera e drammaticaโ. โSe continuiamo cosรฌ faremo la fine dei partiti, saremo travolti e ci estingueremo. Il sindacato รจ in crisi in tutta Europaโ. La ricetta, spiega il sindacalista, รจ solo un recupero pieno della democrazia โche non puรฒ essere sequestrata dai sindacati ma appartiene a tutti i lavoratoriโ. Da qui, la proposta di andare oltre lo Statuto dei lavoratori con โuna legge che affermi il diritto dei lavoratori a votare sul proprio contrattoโ. PER QUANTO riguarda il dibattito interno, Rinaldini propone di โsospendere il congresso, che ormai ha cambiato sensoโ. E poi chiama in causa direttamente il ruolo di Susanna Camusso. Alla domanda se lโattuale segretario sia adeguata a guidare lโorganizzazione risponde con un paragone storico: โQuando Bruno Trentin, nel 1992, firmรฒ lโaccordo sul blocco della scala mobile e sulla concertazione, ritenendo di non aver ricevuto il mandato, contemporaneamente diede le dimissioni. Un modo per lasciare libero di decidere il gruppo dirigente. Lo stesso รจ avvenuto il 10 gennaio. Ma Camus-so ha scelto di fare esattamente il contrario: si รจ rivolta agli organismi statutari per sanzionare il dissensoโ.
