Serpico di Sestri fa causa per mobbing: punito, poi premiato

Serpico di Sestri fa causa per mobbing: punito, poi premiato

GENOVA – Punito a Genova, nonostante gli oltre 400 arresti effettuati in 7 anni e la fama di infaticabile investigatore antidroga. E poi premiato nella Terra dei Fuochi. E’ la parabola di Giuliano Venturino, soprannominato il Serpico di Sestri Ponente, che aveva avuto l’ardire di lamentarsi con i suoi superiori per la carenza di organico. La risposta è stata un’azione disciplinare e il contestuale trasferimento dell’ispettore capo a Cornigliano per aver compromesso il rapporto di fiducia con il suo ex dirigente Valentina Carlini. Di qui la decisione di fare causa al Tar per mobbing.

Ne parla Marco Grasso sul Secolo XIX:

Un ricorso in cui il suo avvocato Francesco Massa ci fa giù durissimo, e parla di «mobbing, demansionamento, persecuzione, vessazione, condotte reiterate e ostili, sistematiche discriminazioni». La beffa è che, nei giorni in cui partiva l’azione legale, Venturino, nel più classico stereotipo del profeta in patria, riceve un riconoscimento di livello italiano: il premio nazionale Legalità e sicurezza pubblica organizzato a Sparanise, in provincia di Caserta, fortino nella lotta contro i clan Casalesi. Vale la pena di soffermarsi sulla motivazione: «Poliziotto così vicino alle voci dei cittadini da essere diventato personaggio fondamentale per la nascita e lo sviluppo di una società civile trasparente e sicura».

Chi ha ragione? I suoi superiori che lo accusavano di «infedeltà» (contestazione che il tribunale amministrativo ha poi invalidato)? O la giuria del premio campano, presieduta dall’inviato di Striscia la Notizia Salvatore Minieri, che lo ha dipinto come una sorta di eroe della porta accanto, mettendolo sul podio insieme ai migliori investigatori italiani (fra i premiati, per citarne alcuni, ci sono l’ex capo della squadra mobile genovese Fausto Lamparelli, uno dei responsabili delle indagini che hanno portato alla liberazione dell’imprenditore sequestrato Andrea Calevo, e il comandante Alfa, nome di copertura del fondatore dei gruppi d’intervento speciali dei carabinieri)? Di certo c’è che la notizia della premiazione, da queste parti, non ha avuto alcun risalto.

Tutto era cominciato dopo il cambio al vertice del commissariato. La goccia che fa traboccare il vaso è un’operazione antidroga che si concluderà con oltre 40 arresti, gestita per lunghi periodi con soli due uomini alla volta. Venturino protesta contro la carenza di organico e paventa di scrivere alla Procura una lettera di rinuncia all’inchiesta. La missiva non verrà mai recapitata, ma il risultato finale è che viene condannato in sede disciplinare per «infedeltà» al superiore. L’istruttoria disciplinare (e lo testimoniano i 13 anni di attesa per i responsabili dei fatti del G8) ha un corso insolitamente rapido e l’ispettore si vede bloccare l’encomio dell’operazione, la croce di bronzo alla carriera e la medaglia d’oro (la revoca viene poi annullata dal Tar). Quindi viene tolto dalla strada e spedito in ufficio a Cornigliano. Di qui inizia una battaglia che, ora, ha ormai assunto i contorni di una causa di lavoro.

 

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Daniela Lauria