ROMA – Smettere di fumare sigarette nell’Est Europa non avviene come in Italia. Nei paesi dell’Est si usa una valida alternativa ai placebo e ai cerotti alla nicotina: la citisina. Questa sostanza si vende in farmacia e non porta gravi effetti collaterali. Sei pastiglie al giorno bastano per bloccare la dipendenza da nicotina e le crisi di astinenza e contrastare la voglia di accendere l’ennesima ultima sigaretta.
In Italia però la citisina è una terapia del tutto sconosciuta e a spiegarne il motivo al Corriere della Sera è Roberto Boffi, pneumologo responsabile di Fisiopatologia respiratoria e del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano:
“La citisina è un alcaloide estratto per la prima volta nel 1865 dai semi di una pianta il Cytisus Laburnum o maggiociondolo. Nota sin dai tempi della seconda guerra mondiale (i soldati, in assenza delle sigarette, ne masticavano le foglie) è utilizzata da 40 anni nell’Est d’Europa come farmaco per la disassuefazione da fumo. Questa molecola si comporta come agonista parziale dei recettori nicotinici, andando a limitare i sintomi di astinenza, ha una breve durata d’azione (quindi possono servire anche sei capsule al giorno) e viene eliminata quasi interamente a livello renale.
Sappiamo che i suoi effetti collaterali più frequenti sono soprattutto a carico del sistema gastrointestinale (nausea e vomito) e a seguire cefalea e secchezza delle fauci. Quanto alla validità, diversi studi hanno dimostrato come la citisina sia più efficace rispetto al placebo e alla terapia nicotinica sostitutiva, ma trattandosi di sperimentazioni condotte nei Paesi dell’Est europeo (con linee guida e standard di registrazione differenti dai nostri), si è avuta in passato una limitazione nella sua diffusione”.
Boffi sottolinea che nei paesi occidentali si utilizzano la terapia nicotinica sostitutiva e altri tipi di farmaci, come il bupropione, che fa parte degli antidepressivi, e la vareniclina, sostanza simile alla citisina:
“In anni più recenti, però, il successo riscontrato dalla citisina nell’Est europeo ha portato all’avvio di numerosi altri studi clinici che ne hanno dimostrato sia l’efficacia che la sicurezza. E dal 2015, anche i Centri antifumo italiani hanno iniziato a proporre la citisina come terapia di seconda linea o in alternativa alle terapie standard. Anche nel nostro Istituto, ad esempio, da pochi mesi consigliamo questa molecola ai pazienti che non tollerano gli effetti collaterali delle più note terapie antitabagiche, oppure ricaduti nell’assuefazione dopo averle già provate o, ancora, che non possono permettersi i più costosi farmaci tradizionali”.
Si tratta secondo l’esperto medico di una buona alternativa per il suo basso costo, dato che il prodotto può essere preparato in farmacia su prescrizione medica, anche se è necessario assumere fino a 6 capsule al giorno:
“essendo un prodotto preparato in farmacia, su prescrizione medica, una terapia per 40 giorni (circa 160 capsule) costa circa 50 euro. Il numero di capsule da assumere in una giornata è notevole: si parte da due per arrivare a sei, una “complicazione” che spesso fa storcere il naso a persone non abituate ad assumere regolarmente terapie farmacologiche.
È bene dire, comunque, che per smettere di fumare, il successo non è da ricondurre esclusivamente ai farmaci: di fondamentale importanza continuano a essere il supporto psicologico e soprattutto la motivazione. È noto che la maggior parte dei fumatori non riesce a smettere o ricade nelle sue abitudini, per cui più strumenti ci sono meglio è, e sulla base dei recenti risultati , la citisina è sicuramente una cura interessante, che potrà costituire presto un’alternativa, anche in prima battuta, ai farmaci ora più in uso per la disassuefazione dal fumo”.