
ROMA – Libero e Maurizio Belpietro continuano a parlare, a denunciare “la macchina del cancro”, citando l’inchiesta per la centrale a carbone di Vado Ligure in cui la holding di Carlo De Benedetti aveva una rilevante partecipazione. “Neppure una pagina dedicata alla vicenda che riguarda il proprietario di Repubblica, ossia Carlo De Benedetti” scrive Belpietro.
“Il quotidiano “indipendente” – scrive Maurizio Belpietro – pare non ravvisare come notizia di interesse pubblico il fatto che uno degli imprenditori più conosciuti del Paese, nonché tessera numero uno del Partito democratico, sia coinvolto in una brutta storia di amianto e di morti sospette”.
L’editoriale di Belpietro:
Ora, a noi tutto ciò pare una notizia di rilievo. Non ci sono solo l’Ilva e l’Eternit a minacciare la salute degli operai: c’era anche la Olivetti dell’Ingegner De Benedetti, l’imprenditore rosso, il più compagno dei padroni, l’uomo che con le sue attività avrebbe voluto specializzarsi nella produzione del sol dell’avvenir o almeno così ci ha fatto credere.
E invece no. Quell’arma di distrazione di massa che è il quotidiano Repubblica non degna l’inchiesta a carico del suo ex presidente nonché nume tutelare nemmeno di una breve. Abbiamo sfogliato tutto il giornale, rivoltandolo dall’inizio alla fine, scrutando anche fra le necrologie: niente, neppure una riga: un piccolo pezzo il primo giorno, proprio lo stretto necessario, e poi basta. Un’inchiesta sulla morte di decine di operai non è forse degna di essere seguita e di ricevere attenzione? Meglio scrivere di Berlusconi, Alfano e di macchina del fango, tacendo su quella del cancro in azione ad Ivrea? La sensazione è che il nostro sia un Paese all’incontrario, che dà la caccia alle mignotte del Cavaliere e non si cura delle presunte mignottate dell’Ingegne re. Ma è più grave andare a donne che mandare qualcuno al camposanto? Speriamo che i giudici ci illuminino presto, restituendoci l’immagine candida del Barone rosso di Repubblica, come sempre è avvenuto in passato con le inchieste che lo hanno sfiorato, da quella sul crac del Banco Ambrosiano a quella sulle telescriventi. Così Ezio Mauro e compagni potranno continuare indisturbati. Auguri.
