ROMA – Sarà più moderno ed efficace WhatsApp, ma per quanto riguarda le comunicazioni d’amore quanto romanticismo è stato sacrificato in nome della comunicazione in tempo reale. Francesco Longo, sul Corriere della Sera, spiega la differenza tra un sms amoroso (meditato, atteso, limato) e un messaggio su WhatsApp (istantaneo, sì, ma immancabilmente più prosaico). Non che non si possano scrivere frasi d’amore sulla celebre applicazione per smartphone, ben inteso, ma mai come in questo caso è il mezzo (di comunicazione) a fare la differenza:
Dentro un messaggio sul cellulare si poteva nascondere tutto e il contrario di tutto. Semplice educazione, un principio di batticuore, una passione malcelata. Interpretarli è stato un’arte, almeno come il forgiarli. Tutto aveva rilevanza in un sms: l’orario di invio, il lasso di tempo della risposta, la punteggiatura e perfino il luogo da cui partiva (un sms di banalissimi saluti se inviato da un continente di distanza era garanzia di un sentimento ormai sul punto di dichiararsi). Tutto è stato travolto dall’ingresso di WhatsApp. Se gli sms avevano un tono lapidario, richiedevano frasi elaborate e scolpite, implicavano una strategia e chiedevano poi abili ermeneuti, la messaggistica istantanea ha polverizzato il mistero e il gusto dell’attesa. «L’avrà già letto?», «Sarà arrivato?», «Se l’ha ricevuto, perché non risponde?» sono domande ormai remote, di una sospensione che non esiste più. Con la app per messaggi istantanei si sgretolano dubbi e ambiguità, si sa sempre se l’utente è online, se ha ricevuto o meno ciò che si è appena inviato. Si legge tutto e subito. Si risponde all’istante o si tace per sempre. Per la passione romantica è un colpo al cuore.
Eppure oggi, nell’epoca della nostalgia in presa diretta, c’è nell’aria un diffuso desiderio di salvaguardare proprio l’utilizzo dei vecchi «messaggini», percepiti come ultima testimonianza dell’intensità dei sentimenti. Gli sms si leggevano e ruminavano a mesi di distanza. Venivano salvati nella memoria per anni — in casi estremi persino trascritti a penna — fino all’esaurirsi della storia d’amore, quando il gesto di cancellare un sms era considerato un atto più radicale e irreversibile di stracciare una foto della coppia felice. In dieci sms era contenuta l’intera parabola d’amore, dai primi palpiti fino all’addio. Defunta la forma breve, Abelardi ed Eloise comunicano a tutte le ore con WhatsApp, da ogni angolo del pianeta. E del talento poetico sembra rimanere solo la chiacchiera amorosa. Il blabla. Il «Ciao, come va?», «Ciao, bene, tu?», «Ho visto che eri online», «Ah», «Stai bene?», «Sì, ciao, e tu?». Evaso della gabbia dei 160 caratteri, chi digita pare ormai assuefatto all’idea che l’istinto abbia vinto sulle metafore. Non resta nulla da trattenere in memoria se nello scorrere delle frasi non c’è più niente da interpretare.
