“Società anonime e conti esteri: l’impero di Clini e della compagna”, Sergio Rizzo

Corrado Clini (LaPresse)

ROMA – “Giuro di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. È la formula di rito pronunciata da Corrado Clini nel novembre del 2011 al Quirinale, al momento di ricevere la nomina a ministro dell’Ambiente del governo di Mario Monti. Una frase che però sembra stonare un bel po’ con la ricostruzione del suo operato fatta da Luca Chianca per Report.

Scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera:

L’interesse sembra essere stato più quello della famiglia, quella formata dall’ex ministro Clini, ora rinviato a giudizio per corruzione, e la sua compagna Martina Hauser, finita anche lei nelle inchieste. Una coppia legata non soltanto sul piano sentimentale e professionale, ma anche su quello degli affari. Con epicentro sempre al ministero del quale Clini, con una breve parentesi da ministro, è stato potentissimo direttore generale: per 25 anni, dal 1984. Così potente che Alfonso Pecoraro Scanio, titolare dell’Ambiente nel secondo governo Prodi, racconta di non essere riuscito a privarlo di una briciola di potere. «Votammo un provvedimento in Consiglio dei ministri. Quando poi fu pubblicato scoprii che quel pezzo era scomparso».

Il potere del funzionario pubblico, un tempo socialista legato a Gianni De Michelis, ha una base solidissima: i soldi. «Da direttore generale», spiega Chianca, «finanzia oltre 300 progetti di cooperazione internazionale per 300 milioni di euro: dalla Cina all’Iraq, Stati Uniti e Brasile. Praticamente un’attività parallela a quella del ministero degli Esteri». Ma perché mai il ministero dell’Ambiente, in un Paese disastrato e senza risorse come il nostro, deve spendere all’estero tutti quei denari?

Spiega Milena Gabanelli: «Da anni tutti i Paesi industrializzati devono ridurre le loro emissioni di Co2. Se non ce la fai a ridurle nel Paese tuo, ti inventi qualcosa per andarle a ridurre in un Paese emergente». Tipo, appunto, l’Iraq. Lì arrivano ben 55 milioni. Tre dei quali, sostengono gli inquirenti, attraverso uno strano giro dall’Olanda a Dubai e alle British Virgin Island arrivano su due conti esteri. «Pesce e Sole di Corrado Clini e Augusto Pretner. Oltre un milione per il primo e 2 milioni per il secondo», precisa Chianca. Da qui le accuse di corruzione per l’ex ministro.

Chi è Augusto Pretner? Prima di finire nei guai insieme con Clini dirige uno studio di Padova che lavora a quel progetto iracheno. Ma soprattutto presiede la Dfs, società che ha sede anche in Cina e Montenegro. Non a caso, perché in quei Paesi la Dfs segue per conto del ministero dell’Ambiente italiano progetti finanziati dal medesimo dicastero di Clini. Il quale, un giorno, diventa addirittura azionista della società presieduta da Pretner. E non da solo, ma insieme con la sua compagna Martina Hauser, che in tutta questa storia non è una semplice spettatrice: consulente e in varie occasioni a capo di progetti finanziati dal ministero. I due aprono a Londra una società anonima, la North Stroke. Con quella, nel 2009, entrano nella Dfs. Dopo un paio d’anni la North Stroke viene chiusa.

Fatto sta che la Dfs compare anche nel progetto della sede ecosostenibile del ministero dell’Ambiente cinese, costata ai contribuenti italiani 16 milioni. L’architetto si chiama Mario Occhiuto ed è il fratello (nonché socio in affari) del deputato di Forza Italia Roberto Occhiuto. Anche Mario fa il politico: si candida alle amministrative e diventa sindaco di Cosenza. Appena eletto nomina assessore all’Ambiente Martina Hauser. «Con Martina a Cosenza arrivano anche 450 mila euro dal ministero e tra i diversi incarichi spuntano le società che formano la Dfs», aggiunge Chianca.
Perché i soldi del ministero non finiscono solo all’estero: una parte resta in Italia. Per esempio, i 6,5 milioni del progetto «impronta ambientale». Progetto del quale Martina Hauser è il capo. E dove spunta come consulente di un paio di comuni che vi aderiscono una società di Pietro Lucchese (…)

Sul Messaggero di Roma, Valentina Errante e Sara Menafra, hanno intervistato uno dei manager che avrebbe aiutato l’ex ministro Corrado Clini a mettersi in tasca una tangente di più di un milione di euro:

«Fare operazioni come quella che ho fatto nel 2006 e anni seguenti poteva andare bene allora, perché il sistema era fatto così e tutti facevano così. Ma mi è andata male e devo assumermi le mie responsabilità. Anche perché ho fatto solo falsa fatturazione mentre le imputazioni più gravi derivano dall’aver voluto fare un favore a qualcuno. Ho intenzione di patteggiare, di raccontare, di pagare tutte le conseguenze dei miei atti. Così da potere ricominciare una nuova vita», scriveva così Marco Gonella, amministratore della Med, nella lettera trovata dalla Finanza nel corso di una perquisizione. I soldi erano sottratti al finanziamento governativo di 54 milioni, destinato ad alcune bonifiche in Iraq. Per il pm Alberto Galanti, che ha ereditato il fascicolo a carico dell’ex ministro (all’epoca dei fatti direttore generale) dai colleghi di Ferrara, e contro l’ingegnere Augusto Pretner Calore ci sono prove sufficienti per affrontare il dibattimento. Clini, arrestato la scorsa primavera, e indagato in un’altro fascicolo relativo ai finanziamenti in Giappone, Cina, Montenegro, dovrà presentarsi in aula il prossimo 12 marzo.

Il progetto New Eden, prevedeva interventi di bonifica in alcune zone della Mesopotamia. Un contratto tra il ministero e ”Nature Iraq”, una Ong con sede in California, della quale fanno parte lo studio di ingegneria Galli di Padova, che vede Calore Pretner come socio, Med e Iraq found, con sede negli Usa. L’inchiesta, curata dal Nucleo speciale frodi comunitarie e dalla polizia tributaria di Ferrara, parte da un’altra presunta evasione fiscale: fatture inesistenti dalla società olandese Gbc alla Med, studio di ingegneria di Ferrara. È stata la polizia olandese a scoprire che la società, una “cartiera” che emette fatture per false consulenze, aveva avuto rapporti con Nature Iraq. E i militari sono andati a ritroso in una lunga catena che vede la Gbc solo come anello di passaggio. Le fatture partono dalla Coolshade Ltd, sede a Nevis (isola di 93 chilometri quadrati vicino a Puerto Rico) che le emette a favore della francese Orient Invest Ltd. Questa fattura consulenze alla Gbc che, a sua volta, le emette alla Nature Iraq. Quindi, tre milioni e 400 mila euro farebbero il percorso opposto e dalla Nature Iraq, che con mandati di pagamento tutti firmati da Clini ha già ottenuto 54 milioni, arriverebbero alla Coolshade. Infine, una società delle isole Vergini accredita il denaro sui conti di Lugano di Clini e Calore Pretner.

Published by
FIlippo Limoncelli