Sondaggi, Monti crolla, Montezemolo e Berlusconi cobra, Casini nel caos

Dal “Governo dei falsi annunci” “niente deroghe al rigore”, Monti chiede tagli alla spesa e i ministri rispondono picche, sugli esodati umiliata la Fornero, 88 procedure costano 26 miliardi alle piccole imprese: non c’è da stupirsi se “16 milioni di elettori sono in fuga dal voto”, siamo alla disperazione non solo per la crisi, ma per la approssimazione e incompetenza dimostrata da Mario Monti e dal suo Governo nell’affrontarla. Solo pochi appassionati seguono le vicende internazionali e aspettano stasera per i risultati delle elezioni presidenziali francesi. chi vincerà tra Hollande e Sarkozy?

Su Repubblica, Eugenio Scalfari insiste che è tutta colpa di Berlusconi, ma la canzone rischia di essere un alibi per tutto e giustificare tutto, tipo la gag “a noi ci ha rovinato la guerra”. La stessa Repubblica apre con una prova della incompetenza arrogante del Governo Monti, gli esodati e gli esodandi. Ora il ministro Elsa Fornero pensa di trasformarli in “categoria protetta”, come scrive Repubblica. Sono quasi 200 mila cittadini, a detta del Ministero del lavoro, davanti ai quali viene fatto ballare il fantasma di un improbabile posto di lavoro. Libero dà voce a un sentimento diffuso: “Fornero, la ministra che deve cambioare lavoro”.

Alla Fornero fa pendant il suo mentore Monti che, ci informa il Corriere della Sera, “incalza i ministri sui tagli” e chiede “spese giù per 20-25 miliardi, ma “una parte del governo si oppone: Difesa, Esteri e Interni frenano”. Ci vuole poco a capire perché: “Si tratterebbe di un totale cambio di filosofia, attraverso acquisti accentrati, taglio di enti inutili e risparmi sulla sanità”. Ora sarà solo una questione di potere, tutto si limiterà a qualche agendina a Natale, ma quel poco che riescono a scoprire magistrati e forze dell’ordine giustifica più malvagi pensieri.

Ha voglia a dire Monti, come riferisce la Stampa nel suo titolo di apertura, “niente deroghe al rigore” (idem il Secolo XIX). Il rigore è solo per i cittadini, non per chiunque, in qualunque posto, da vigile urbano a presidente della Repubblica, faccia parte degli intoccabili. La Stampa dà anche credito a una delle solite promesse da imbonitore di Monti che, ci assicura, vede “segnali di speranza e di ottimismo” e se si continuerà su un percorso virtuoso in grado di alimentare la «fiducia», l’Italia «ritroverà presto la crescita». . Gli dà manforte il vice ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che da Washington [l’estero è il palco preferito pe rle parole in libertà dei governanti italiani] assicura che è stata “superata la fase acuta della crisi”.

La Stampa evidenzia in prima pagina anche l’ultima della Fornero: “meno lamentele e più spirito costruttivo”. C’è da stupirsi se “il ministro [è stato] contestato a Torino”?

Sul Corriere della Sera un’altra perla e un altro esempio di come finiscano in pappetta i grandi proclami del risanatore e santo Mario Monti. Sotto il titolo Gli italiani salvano la laurea. “Il valore legale deve restare”, Paolo Conti racconta che “il valore legale della laurea rappresenta ancora una certezza per chi deve entrare nel mercato del lavoro. Lo dimostrano le prime 20.089 risposte (su 31.282 registrazioni iniziali) della consultazione pubblica online sul sito internet del ministero dell’Istruzione che si concluderà martedì prossimo”. Anche se “il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, dice che non è ‘né un referendum né un sondaggio scientifico”, ma soltanto un indicatore di tendenza”, queso giustifica “l’ironico commento del linguista ed ex ministro Tullio De Mauro: L’università italiana è un malato terminale. Il ministro Profumo vorrebbe in qualche modo staccare la spina, ma la gente non vuole saperne…”.

I problemi però sono ancora altri, come rivela il Sole 24 Ore in una inchiesta di Marco Roogari: “La burocrazia statale costa 26 miliardi alle piccole imprese. I soli adempimenti statali e a “legislazione concorrente” collegati a 88 procedure (dagli obblighi contributivi al libro paga) costano alle piccole imprese 26 miliardi. È il bilancio fornito dalla Funzione pubblica. Ma a rimanere vittima dell’ingorgo di norme e certificati è la stessa pubblica amministrazione: le spese postali interne costano 10 milioni all’anno”.

Il Fatto tira le somme di tutto questo: “Il Governo dei falsi annunci” lo definisce e lo chiama “bluff”: tra “esodati, conti, liberalizzazioni, di concreto ci sono solo le tasse”.

Questa è l’ultima, la tassa sui rifiuti sarà più cara, notizia del Messaggero: “Una addizionale di trenta centesimi a metro quadrato per i servizi dei Comuni”. Sarà applicata dal 2013 ed è una maggiorazione della tassa dei rifiuti, destinata, informa il Messaggero, a finanziare i “servizi indivisibili” dei Comuni.

Nel piatto del Fisco banchettano anche il Giornale (“Quando è troppo è troppo. Nuova tassa, Monti crolla” e “perde 17 punti dei sondaggi”) e Libero (“Aria di rivolta. Troppa Imu, non si paga. La tassa sulla casa se la mangia tutta lo Stato e già si pensa di aggiungerne un’altra per finanziare i Comuni. Il Pdl ai sindaci: non mettetela. Ma perché [Piero] Giarda e il Governo non tagliano gli sprechi?”.

E siamo al fumetto della politica. La Stampa riporta due interviste un po’ surreali, a Gianfranco Fini “Bipolarismo muscolare addio. Archiviate le formule, adesso contano le idee” [forse Fini vede con terrore il proprio futuro e si illude in qualcosa di meglio di un semplice posto da deputato] e a Massimo D’Alema: “La fine dei non partiti. Basta leader populisti, non è come nel 1992”, che è un bel pezzo di quella che gli inglesi chiamano self delusion e che trova riscontro nell’inno al Pd, senza guida e senza volto ma superiore a tutti che intona Scalfari alla fine del suo editoriale.

i tratta di un polverone di titoli che non meriterebbero nemmeno di essere registrati se non dessero l’idea della grande confusione che c’è.  Repubblica ha intervistato Pierferdinando Casini, un po’ spiazzato dal flop della sua opa sul Pdl e dalle reazioni terrorizzate degli uopmini di Fini alla sua idea di sciogliere il terzo polo . Ora Casini si scopre montiano a oltranza: “Nel 2013 c’è Monti, non è una parentesi, saremo alleati solo con chi lo sostiene”. (anche sul Messaggero).

Ma, mentre Beppe Pisanu un po’ come quei vecchi caratteri della commedia all’italiana continua a ripetere che “serve un nuovo partito”, e Beppe Grillo dà fiato a un doppio razzismo e a una volgarità molto poco genovesi nei confronti di Nichi Vendola, la bella di Torriglia Luca Montezemolo che dice? Riporta Repubblica: “no a Casini e Alfano”. Interpreta il Giornale: “Schiaffo a Casini. Ora Montezemolo gioca al rialzo, non è ancora pronto a scendere in campo e gela i centristi: sono solo una agitazione inconcludente”.

Il cobra Berlusconi intanto fissa ipnotico il povero Luca e il disegno in prima pagina di Libero la dice lunga. Nel titolo il segnale di pericolo: “Il feeling Berlusconi-Montezemolo. Forza Itali, il direttissimo per Palazzo Chigi”. Meglio che Montezemolo faccia un salto a Palermo e si faccia toccare da Marija Pavlovic, la veggente di Medjugorje.

Ciascuno di questi personaggi, Berlusconi in testa, ritiene che solo lui medesimo si adatto a sedere a palazzo Chigi e al Quirinale. Inutile perdere tempo in discorsi, con il minuetto si sprecano solo parole. Aspettiamo la prova della forza, cioè il voto delle amministrative. Qui la prova più attesa sarà quella della Lega, dove le forze del bene (?) e del male si scontrano. Umberto Bossi ieri ha fatto una mossa giusta, presentandosi al comizio di Roberto Maroni e incoronandolo (ma su alcuni giornali c’è chi assicura che il cerchio magico di Bossi lavora per fargli fare marcia indietro). Ma le tensioni interne e l’inchiesta su Finmeccanica non fanno dormire a Maroni sonni tranquilli (Libero).

I questo quadro, non c’è  nulla da stupirsi per il titolo di apertura del Fatto Quotidiano: “16 milioni in fuga dal voto. Il 60 per cento degli elettori oggi non si sente rappresentato da nessun partito e tra questi il 40 per cento non si recherà nemmeno alle urne”. La notizia è di ieri e viene da un sondaggio del Sole 24 Ore, ma fa impressione anche il giorno dopo. Comincia intanto il calo dei voti che prenderebbe una lista Monti: il Fatto legge, con il Sole 24 Ore il 26,9 per cento.

Sulla Gazzetta dello Sport la notizia della giornata, la corsa allo scudetto tra Juventus e Milan: “Juve, l’ultimo colle. Stasera i bianconeri contro la Roma, poi un calendario in discesa”.

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Marco Benedetto