ROMA – Aut aut delle banche a Sorgenia: per ottenere i finanziamenti chiesti in tempi brevi, occorre che la Cir, socio al 52,9%, ricapitalizzi il gruppo. E possibilmente dia una risposta prima del 27 gennaio.
Scrive Il Messaggero:
Ieri pomeriggio a Milano, presso la sede della Rothschild, advisor degli istituti esposti per 2,2 miliardi, si sarebbero riuniti nuovamente i rappresentanti delle principali banche (Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Bpm, Banco Popolare, Mediobanca, Bnp Paribas-Bnl) e alcuni manager operativi di Sorgenia (il direttore finanza Sergio Ferraris e il responsabile della tesoreria Angelo La Greca). L’incontro è scaturito dalla lettera della società di due giorni fa con la quale si chiede di riaprire le linee revocate o congelate alla fine dello scorso anno e di usufruire di nuove fidejussioni. Richiesta che sempre martedì scorso aveva portato Rothschild e lo studio Lombardi Molinari Segni a organizzare una conference call con le banche per una valutazione a caldo.
I manager di Sorgenia avrebbero quantificato in 80 milioni il fabbisogno immediato: la liquidità è funzionale al business. Delle principali banche, solo Mps ha mantenuto il rubinetto aperto senza mai interrompere i flussi: Siena è esposta per 603 milioni complessivi, di cui 231 verso la capogruppo, 304 verso Sorgenia Power, 34 Sorgenia Puglia, 34 Sorgenia Green. Gli altri istituti, invece, hanno chiuso gli affidamenti in considerazione dell’acuirsi della crisi del gruppo. Di qui l’appello a riaprire le linee di credito attraverso il ripristino degli accordati. Quasi tutti i creditori avrebbero manifestato disponibilità, subordinandola però a una condizione tassativa: la Cir metta mano al portafoglio e ricapitalizzi il gruppo visto che ci sono circa 600 milioni di debiti in eccesso nella capogruppo (…)