“Sorgenia, banchieri miopi, conto salato, De Benedetti come Zaleski” non paga

Carlo De Benedetti: senza azioni né ruolo in Cir e Sorgenia, ma per l’opinione pubblica l’onta di non onorare i debiti ricade su di lui

Sorgenia: “Una vicenda iniziata male e che finirà peggio”, sarà un “conto salato per banchieri miopi”.

Il verdetto, in apparenza senza appello, è del Sole 24 Ore, che al caso del salvataggio di Sorgenia dedica alcune righe al vetriolo, accanto alla copertura puntuale e asettica della cronaca finanziaria di un potenziale crack da quasi 2 miliardi di euro, dove si sono incagliati, come la Costa Concordia al Giglio., i sogni di gloria di Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo De Benedetti, nel tentativo di obliterare il ricordo del padre.

Scrive il Sole 24 Ore, sotto il titolo “Conto salato per banchieri miopi”,

“Il peccato originale per Sorgenia data da molti anni ed è stato tanto debito, poco capitale e redditività decrescente. Un mix velenosissimo. Già nel 2009, il debito superava di 10 volte il margine lordo. Poi, nonostante il credit crunch (per gli altri) le banche hanno aumentanto l’esposizione salita del 50% e oggi a quota 1,8 miliardi. I margini al contrario si annullavano.

“Troppa offerta elettrica e costi-capestro di approvvigionamento del gas. Ora la soluzione sarebbe di riequilibrare la società. De Benedetti dovrebbe fare la sua parte e mettere 600 milioni in Sorgenia. In fondo è poco più del ricavato ottenuto dalla contesa Fininvest.

“Ma la famiglia sembra non voler accettare di fare in toto la sua parte. Sa che, se non muta il quadro, rischia di perdere i soldi. Ma così saranno le banche ad accollarsi la grana più grossa. Un copione già visto con i vari Zaleski e Zunino. Non ci si aspettava che quella scena la calcasse De Benedetti”.

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Marco Benedetto