Stangata Tares: rincari fino al 140%. In alcuni Comuni fino a 300 euro in più

Stangata Tares: rincari fino al 140%. In alcuni Comuni fino a 300 euro in più

ROMA – La Tares, la tassa sui rifiuti e servizi, è molto più cara della vecchia Tarsu. In media l’aumento è del 35%, con oscillazioni tra gli 80 fino a quasi 300 euro in più. A certificare questi aumenti di una tassa che nella stragrande maggioranza dei Comuni deve essere pagata entro lunedì 16 dicembre, è uno studio Uil, il sindacato guidato da Luigi Angeletti. Spiega tutto Giusy Franzese sul Messaggero:

“Una stangata e vera e propria. Di quelle che dallo stupore possono far rimanere incastrato in gola anche il candito del panettone. Rovinando il Natale. Molti italiani (zelanti) se ne sono già accorti: la Tares (tassa sui rifiuti e servizi), la cui ultima rata nella stragrande maggioranza dei comuni deve essere pagata entro lunedì prossimo, è molto più cara della vecchia Tarsu. In media l’aumento è del 35%, con oscillazioni tra gli 80 fino a quasi 300 euro in più. Lo certifica uno studio Uil, il sindacato guidato da Luigi Angeletti, che è andato a confrontare le tariffe (vecchie e nuove) in ben 90 città capoluogo italiane. Tutte, esclusa una, le hanno aumentate, facendo lievitare ancor di più un tributo al quale il governo Monti aveva già aggiunto la quota addizionale dei servizi indivisibili (30 centesimi a metro quadro)”.

“IL SALASSO – Il risultato finale è da salasso per le tasche degli italiani. Tanto che il gettito complessivo sarà più alto di ben 2,3 miliardi di euro. ‘Secondo una nostra proiezione quest’anno la Tares porterà nelle casse pubbliche 9,9 miliardi di euro a fronte dei 7,6 dello scorso anno, con un incremento di 2,3 miliardi (il 30,3%), di cui 1,2 per pagare i servizi indivisibili’ spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil.

“Su una famiglia di 4 componenti che vive in un appartamento di 80 mq in media la Tares peserà 305 euro. La stessa famiglia nel 2012 per la vecchia Tarsu aveva pagato 225 euro. Il calcolo è semplice: sono 80 euro in più tondi tondi. Un aumento che è il risultato – spiega sempre lo studio Uil – del combinato disposto tra l’obbligo di copertura integrale del costo per lo smaltimento dei rifiuti (a cui è imputabile l’aumento di 56 euro sugli 80 complessivi) e la ”componente servizi“ con i 30 centesimi a metro quadro, che sarà incassata dallo Stato con la rata del saldo. La cui scadenza nella stragrande maggioranza dei casi è fissata tra pochi giorni, lunedì 16 dicembre (stessa scadenza dell’Imu)”.

“Dopo di che scatteranno le sanzioni. Il pagamento dell’ultima rata deve essere effettuato attraverso il modello F24 spedito a casa dal Comune con i relativi calcoli. Cosa non sempre accaduta, anche perché tra regolamenti vari, numero di rate, delibere sulle tariffe, voci di rinvio, ecc, il caos Tares ha regnato sovrano fino a poche ore fa. Alcuni sindaci, quindi, hanno posticipato la scadenza dell’ultimo versamento intorno a metà gennaio. È successo a Roma e Pescara, ad esempio. In ogni caso si consiglia di consultare i relativi siti web”.

“NEL SUD TARIFFE AL TOP – Se dalle medie si va ai casi singoli, si vede come la Tares in alcune città vale molto ma molto di più dell’Imu prima casa. A pagare la raccolta del loro rifiuti a peso d’oro sono i cittadini di Reggio Calabria: 531 euro in media a famiglia. Conto salato anche per i cagliaritani: 519 euro. E persino i napoletani, che di certo non usufruiscono di un servizio impeccabile, pagano 485 euro in media a famiglia. Tutte le altre grandi città si posizionano sotto i 400 euro, con Milano a 348, Venezia a 347, Roma a 335, Torino a 332, Genova a 321 euro, Palermo a 315 euro, Bari a 302”.

“Solo il comune di Varese, tra i 90 capoluoghi analizzati dallo studio, ha diminuito le tariffe (-2,9%). In termini percentuali al top dei rincari (+140,9%) troviamo Pescara. Seguono Trapani (+121,6%), Reggio Calabria (+121,1%), Cagliari (+113,9%), Catanzaro (+106,2%).

Se sommiamo gli aumenti Tares con quelli delle addizionali comunali Irpef, sottolinea Loy, ‘il rischio è non solo di non aver benefici dall’abolizione dell’Imu ma, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, anche di non avere nessun sollievo dalle mini detrazioni Irpef in arrivo con la legge di stabilità’. Per questo, conclude, ‘occorre rivedere alla radice il sistema della fiscalità locale, nell’ambito della riforma più complessiva del fisco, nel segno di maggiore equità'”.

Da notare che dal 2014 la Tares andrà già in soffitta, al suo posto arriverà il nuovo tributo Iuc che comprenderà anche la parte sui rifiuti e servizi indivisibili. Il conto sarà ancora più salato? Ancora presto per dirlo, ma il sospetto è più che lecito.

Published by
Lorenzo Briotti