Il Corriere della Sera: “Sfida a Obama: un altro decapitato”. Il tramonto della fretta, editoriale di Antonio Polito:
Il sogno di Filippo Turati era di cambiare la societร come la neve trasforma un paesaggio: fiocco dopo fiocco. Il passo dopo passo di Matteo Renzi sembra dunque segnare la conversione del giovane leader ยซrivoluzionarioยป alla tradizione dei padri del riformismo: unโazione profonda e duratura, invece di una concitazione di hashtag su #lasvoltabuona .
Si tratta di una scelta saggia, oltre che obbligata. Saggia perchรฉ ristruttura il debito di promesse contratto con lโelettorato concedendosi piรน tempo per realizzarle, e insieme garantisce lunga vita ai parlamentari chiamati a votarle. Obbligata perchรฉ neanche Renzi sembra aver ancora trovato la bacchetta magica per cambiare i ritmi di produzione legislativa di un sistema lento, e non sempre per colpa del Senato. Un solo esempio: ieri pomeriggio non risultava pervenuto al Quirinale il testo del decreto legge sulla giustizia civile approvato al Consiglio dei ministri di venerdรฌ 29 agosto. Se pure arrivasse oggi, 3 settembre, cโรจ da calcolare almeno unโaltra settimana per la normale attivitร di verifica prima della firma del capo dello Stato. Eppure si tratta di materia cosรฌ urgente da finire in un decreto. Figurarsi che accade ai disegni di legge, o ai decreti attuativi. Di questo passo, passo dopo passo, i mille giorni passano in fretta.
La prima pagina di Repubblica: “Il boia della Jihad: siamo tornati”.
La Stampa: “Scuola, il piano precari: assunti ma senza scatti”.
Il Fatto Quotidiano: “Il boia decapita un altro americano”.
Il Giornale: “L’Islam taglia un’altra testa. Ma noi facciamo guerra a Putin”.

























