
ROMA – I conti di Renzi non tornano: possibile che gli stipendi medi quest’anno salgano di 175 euro al mese? Questa la domanda che pone Valentina Conte di Repubblica citando la tabella twittata dal premier Renzi, lo scorso 20 gennaio.Â
Repubblica – scrive Valentina Conte – ha chiesto di rifare i calcoli alla Uil Servizio politiche territoriali. E le differenze con la tabella messa online sono evidenti. Secondo Renzi, le buste paga dei due esempi (reddito da 24 mila euro e da 15 mila, declinati per neoassunto e contratto in vigore) lievitano. Il motivo è da ricollegarsi — così si intende dalla grafica — agli sgravi sul lavoro concessi dal governo, in grado di ridurre il cuneo fiscale (la differenza tra costo lordo del lavoro e netto in busta paga), del 64% e del 18% nell’esempio dei 24 mila euro. Incidendo di piĂ¹ come è ovvio su chi viene assunto quest’anno (zero Irap e contributi), molto meno sugli altri (solo zero Irap). Il messaggio perĂ² è fuorviante. Gli sconti impattano senz’altro sulla scelta di assumere, perchĂ© riducono il costo del lavoro per l’impresa del 25%. Purtroppo perĂ² non gonfiano le tasche dei lavoratori — è risaputo — perchĂ© sono a monte. Allora come fanno gli stipendi ad alzarsi? Grazie a due bonus. Quello Renzi da 80 euro mensili (che diventano 74, perchĂ© nell’esempio il governo ipotizza 13 mensilitĂ ), sebbene attenuato dall’aumento di addizionali comunali e regionali. E quello Letta (innalzamento delle detrazioni per i dipendenti). Fatti e rifatti i calcoli, lo stipendio cresce di 75 e non 175 euro, come indica il governo.
Interpellato per una spiegazione, Palazzo Chigi rimanda al dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, il reale estensore della tabella. Il Mef ammette sì di aver fatto i calcoli secondo i desiderata del governo, ma non di averli sintetizzati nella slide, poi confezionata dagli uomini di Renzi. Si scopre così che il governo ha chiesto al dicastero di Padoan di conteggiare anche l’opzione Tfr, la possibilitĂ cioè per i lavoratori (ma non gli statali) di richiedere, a partire da marzo, un anticipo della liquidazione in busta paga. L’inclusione di questo elemento nel calcolo fa certo tornare i conti. Ma è bizzarra. Primo, perchĂ© l’anticipo del Tfr è una facoltĂ , vedremo quanto popolare. Secondo, perchĂ© chi opterĂ ci pagherĂ piĂ¹ tasse (secondo gli scaglioni Irpef) (…)
