
ROMA – “Chi si illudeva, con la scomparsa dell’Imu sull’abitazione principale, di pagare meno tasse sulla casa, rischia di avere una brutta sorpresa…” Giusy Francese fa l’amara scoperta sul Messaggero di Roma:
Il decreto salva Roma dà il via libera all’aumento dell’aliquota massima della Tasi (2,5 per mille sull’abitazione principale, e 10,6 per mille nella somma di Imu e Tasi sugli altri immobili) dello 0,8 per mille. Così comuni potranno finanziare le detrazioni d’imposta per immobili e categorie già esenti dall’Imu e che, invece, ora avrebbero dovuto pagare la nuova tassa sui servizi indivisibili. Per inciso: quasi nessun comune si è posizionato sull’aliquota minima (1 per mille) che, nel 2013, fu presa come base per i calcoli ufficiali. Risultato: saranno tanti i casi in cui il conto Tasi-Tari supererà la vecchia Imu. A proposito di Tari: i comuni, per il 2014 e 2015, possono utilizzare coefficienti per determinare l’imposta superiori o inferiori del 50% rispetto al metodo normalizzato. Dietro l’angolo, quindi, ci potrebbero essere altre batoste.