
ROMA – “Se i soldi facessero rumore, come le monete di una volta – scrive Beppe Facchetti dell’Eco di Bergamo – sarebbe fragoroso il frastuono di 12 miliardi di euro che entrano, tutti insieme, nel salvadanaio dello Stato e dei Comuni, con la riscossione di Imu e Tasi, prima scadenza del pagamento sulle tasse della casa, le piรน discusse e le piรน impopolari”.
Tantโรจ che il rumore da coprire, in questo 16 giugno, dovrebbe essere se mai quello del brontolio collettivo che accompagna uno dei giorni piรน dolorosi del calendario nazionale. Alla tassa sulla casa non si sfugge, perchรฉ, salvo le debite eccezioni derivanti dalla fantasia italica, i muri non si possono nascondere, nรฉ esportare allโestero. E cosรฌ il popolo che al mondo โ con il Giappone โ รจ formato dal piรน elevato numero di proprietari di immobili, sa che le tasse sono inesorabili, ma lโImu ancor di piรน. Qui non contano le statistiche che ci segnalano che lโimposta regina, lโIrpef, รจ in realtร problema non diciamo di pochi ma insomma non di tutti.
Anche moltissimi di quei 10 milioni di italiani che versano solo 55 euro lโanno per lโIrpef, saranno infatti con il portafoglio in mano a consegnare moduli azzurrini, magari dopo mille calcoli e qualche coda per capire cosa รจ la Tasi, che paga costi comunali che prima erano invisibili ma oggi sono diventati indivisibili, eppur divisi esattamente alla pari tra i cittadini che magari si lamentano dellโilluminazione incerta, del marciapiede rotto, del vigile presente solo quando sei in sosta vietata. Con la complicazione di voler far contribuire anche gli inquilini (pagheranno?).
La complessitร della tassazione, e il suo carattere tentacolare, sono tali che davvero dura poco lo stupore per i dati Istat sullโIrpef, che dicono che il 10% dei contribuenti paga oltre il 50% del gettito, e fanno sorridere amaro quando si scopre che sopra i 200 mila euro di reddito ci sono soltanto 76.093 contribuenti, non uno di piรน, che possono anche essere invidiati, ma versano in media 151.940 euro ciascuno! La vera invidia nazionale, anche se รจ brutto riconoscerlo, รจ per quellโarea dellโevasione fiscale, divertente solo per gli economisti che discutono se sia di 100 o 200, o piรน miliardi. Il fatto รจ che il 16 giugno, insieme al giorno di dicembre in cui lโincubo tornerร nellโacrobatico incrocio tra saldi e acconti, resta il giorno della meditazione nazionale sullโingiustizia della tassazione sul bene rifugio piรน prezioso, frutto di grandi sacrifici (…).
