
ROMA – “Quando alla fine del 2011 Mario Monti varò l’Imu – scrive Maurizio Belpietro su Libero – trasformandola da tassa locale in una specie di mostro che serviva sì a pagare i servizi comunali ma anche a consentire allo stato centrale di fare cassa e di tappare i buchi di bilancio, giustificò il tutto spiegando che in qualsiasi Paese esiste un’imposta sulle abitazioni. Vero. Tuttavia altrove non esiste il salasso iniziale nei confronti di chi decide di prendere casa. In Italia prima ancora di abitarla i contribuenti sono costretti a versare al fisco il 4 per cento se l’abitazione è la loro prima casa, mentre nel caso si tratti di una seconda l’Erario pretende il 10 per cento”.
L’articolo di Maurizio Belpietro: “Mica male come scippo. Fatti i conti, non si è ancora ufficialmente proprietari e non si è ancora preso possesso dei locali e lo stato si prende dieci anni di Imu. Se si sommano le imposte di registro con quelle comunali si capisce dunque che il peso fiscale sul mattone è superiore a quello della maggior parte dei paesi europei, prova ne sia che chi può negli ultimi tempi ha preso la strada dell’estero, investendo i propri soldi in una casa oltre frontiera. Secondo un report di Scenari immobiliari nel primo semestre del 2014 gli italiani che hanno comprato casa all’estero sono stati 22 mila, l’11,3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Una fuga? Sicuramente il tentativo di sottrarsi a un Fisco sempre più asfissiante. È vero che esiste l’Ivie, ovvero la tassa sulle persone fisiche che posseggono immobili fuori dai confini nazionali, ma almeno si sconta quello che in loco si è già pagato. Del resto l’imposta sulla casa è una delle più odiate e delle meno sopportate. Che si chiami Ici, Imu, Tasi o altro è vista come una specie di sopruso, perché di fatto colpisce chi ha già pagato le tasse e dunque lo colpisce due volte. All’atto dell’acquisto infatti si paga e se si è contribuenti onesti si paga con soldi su cui il Fisco ha già fatto il suo prelievo. Dunque, gli italiani per bene pagano quando incassano lo stipendio, pagano quando comprano e infine pagano con l’Imu o la Tasi. È di tutta evidenza che questa altro non è che una patrimoniale con cui si colpiscono non solo i patrimoni, ma anche chi il patrimonio non ce l’ha. Spiegatemi un po’ come si fa a considerare patrimonio un’abitazione che non è ancora stata pagata ma per la quale si paga un mutuo? Di chi è la casa se su 100mila euro di valore d’acquisto 80mila sono stati forniti dalla banca? È di proprietà di colui che ha sottoscritto il rogito o è dell’istituto di credito che ha concesso il prestito? Chiunque abbia acquistato anche un monolocale bussando ad uno sportello bancario sa che fino a quando non ha versato l’ultima rata del finanziamento, l’appartamento è gravato da un’ipoteca e se non si è ligi nel corrispondere il dovuto l’immobile può essere messo coattivamente all’asta (…)”
