
ROMA – Al Tesoro si cambia, scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera: “Prima ha gettato la spugna il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli: a Beppe Severgnini del Corriere ha confessato tutte le difficoltร che ha dovuto affrontare. A cominciare dai burocrati che non gli aprivano i cassetti. Poi รจ trapelata la notizia delle probabili dimissioni di Lorenzo Codogno, dirigente del Tesoro titolare di una posizione chiave al ministero di via XX settembre. Ovvero, quella di capo della direzione dellโanalisi economico-finanziaria: per capirci, i fondamentali della legge di Stabilitร ”.
Sergio Rizzo scrive:
(…)ย Bisogna ricordare che le strutture operative del nostro fisco sono state giร investite da un cambiamento radicale. ร davvero sorprendente per le modalitร con cui รจ avvenuta la nomina di Rossella Orlandi al vertice dellโAgenzia delle entrate in sostituzione di Attilio Befera che aveva lasciato per raggiunti limiti di etร .
La scelta di Padoan, al quale spetta il compito di proporre il nome del direttore, era infatti caduta sul numero due della stessa Agenzia, Marco Di Capua. La sua proposta era stata giร regolarmente formalizzata: ma anzichรฉ il suo nome, dal Consiglio dei ministri รจ uscito quello di Rossella Orlandi, toscana di Empoli, direttrice delle Entrate in Piemonte. Con la benedizione, sostengono i bene informati, dellโex ministro diessino delle Finanze Vincenzo Visco.
Federico Fubini e Roberto Mania di Repubblica:
Tecnocrati da una parte, politica dallโaltra: la linea di faglia inizia a emergere. Il capoeconomista del Tesoro Lorenzo Codogno si รจ dimesso e ora si sta cercando il successore. Vieri Ceriani, consigliere per il fisco in via XX Settembre, ha presentato anche lui le dimissioni, bloccate per ora dal ministro dellโEconomia Pier Carlo Padoan. E la dirigente generale del dipartimento Finanze del ministero, Fabrizia Lapecorella, viene indicata da Palazzo Chigi come responsabile dei ritardi sulla riforma fiscale.
Le dimissioni di Codogno erano state smentite in un primo tempo, quello di Ceriani lo sono adesso. In realtร sono almeno due i versanti sui quali si sta consumando il conflitto fra strutture: quello della politica fiscale dettata da Palazzo Chigi e lโaltro, piรน generale, relativo ai saldi di finanza pubblica.
Ceriani, allievo di Federico Caffรจ, ex Banca dโItalia, รจ stato il super-tecnico delle politiche fiscali nei governi di centro sinistra, collaboratore di Vincenzo Visco. Della sua competenza si sono poi avvalsi anche i governi di centrodestra e quello tecnico di Mario Monti, che lโha voluto come sottosegretario. Con Padoan, Ceriani ha un rapporto di ferro. Condividono una storia politica e culturale. Ma con le scelte fiscali di Palazzo Chigi, il consigliere รจ in evidente rotta di collisione. A suo parere, la scelta contenuta nella legge di Stabilitร di dedurre il costo del lavoro dalla base imponibile dellโIrap snatura unโimposta che proprio lui, insieme a Visco, aveva concepito. Il dissidio riguarderebbe pure la decisione del governo di aumentare (dallโ11,5 al 20%) la tassazione sui rendimenti dei fondi di previdenza integrativa. Misura che, secondo unโinterpretazione, rappresenterebbe un attacco indiretto al potere sindacale (e a un โvecchioโ modello di sinistra) non solo perchรฉ i sindacalisti siedono nei consigli di amministrazione dei fondi negoziali ma anche perchรฉ sono perlopiรน i lavoratori sindacalizzati ad aderire alla previdenza complementare. A Ceriani sarebbe stata sostanzialmente tolta la gestione della delega per la riforma fiscale. Il 26 marzo perรฒ scadono i termini per approvare i decreti attuativi e Matteo Renzi รจ irritato dal ritardo con cui procede il lavoro al Tesoro. Il premier ne dร la colpa alla resistenza della burocrazia ministeriale, al freno che eserciterebbe il capo di gabinetto di Padoan stesso, il consigliere di Stato Roberto Garofoli, giร segretario generale di Palazzo Chigi con Enrico Letta. Ma รจ anche su Fabrizia Lapecorella che si concentrano le critiche. Lapecorella, vicina a Ceriani, non ritiene perรฒ che i decreti per la riforma fiscale siano un compito affidato a lei. Cosรฌ sul fisco Palazzo Chigi e lโEconomia non dialogano. E le strutture del Tesoro accettano sempre piรน a fatica il rapporto con lo staff dei consiglieri di Renzi (…)
