ROMA – “La Tobin tax – scrive Rossella Bocciarelli del Sole 24 Ore – sulle transazioni finanziarie nei primi 10 mesi di introduzione, da marzo a dicembre 2013, ha portato nelle casse dello Stato oltre 300 milioni e la stima per il 2014 è di 350-400 milioni di gettito, tenuto conto dell’abbassamento dell’aliquota.
È quanto ha spiegato ieri il consigliere del Tesoro, Vieri Ceriani, durante un convegno organizzato dalla commissione bilancio della Camera per tracciare un primo bilancio della norma in vigore. Ceriani era sottosegretario del governo Monti nell’ottobre 2012, quando l’Italia decise contemporaneamente di aderire al club degli undici paesi dell’iniziativa europea di cooperazione rafforzata per arrivare a una tassa sulle transazioni finanziarie su base continentale, e di inserire nella Legge di stabilità un provvedimento nazionale: ieri ha ammesso che il gettito dell’imposta sarà largamente inferiore al miliardo inizialmente previsto. Ma ha anche sottolineato che la norma, che tassa le transazioni sull’azionario al momento del settlement ma riguarda anche il fuori borsa e le transazioni in derivati, ha inciso soprattutto su queste ultime. Il gettito minore del previsto, in altri termini, dipende con ogni probabilità da uno sgonfiamento, provocato dall’introduzione dell’imposta, delle operazioni over the counter «e questo non ci disturba più di tanto» ha osservato l’esperto di via XX settembre, riferendosi al fatto che tra le finalità dell’imposta c’è la riduzione degli eccessi speculativi. Ceriani ha concluso invitando a ad attendere che venga varata l’imposta europea, prima di introdurre modifiche alla normativa italiana. Nel corso del convegno è stato ricordato che nello studio inizialmente realizzato dal Fondo monetario per il G20 sul tema, la Financial transaction tax non era indicata come la soluzione migliore: il Fmi era infatti convinto che se l’obiettivo era far pagare gli oneri della crisi alle istituzioni finanziarie che l’avevano provocata, il modo più efficace sarebbe stato tassare il valore aggiunto delle banche oppure un’imposizione sul passivo o sull’attivo bancario allo scopo di ridurre il leverage. La soluzione Ftt individuata a livello europeo avrebbe dovuto permettere di minimizzare il pregiudizio recato al mercato. Ma essenziale è capire come concretamente verrà realizzato il provvedimento europeo che dovrebbe produrre, nelle intenzioni degli 11 paesi proponenti, un gettito di 34 miliardi di cui 19 dalla tassazione sui derivati, tenendo presente l’assoluta necessità di escludere dall’imposta le transazioni sui titoli di stato e quelle sul mercato interbancario.