
ROMA – Il mistero del cappotto di Matteo Renzi, che ha fatto ridere il mondo, ha trovato una spiegazione nell’intervista, condotta da Wanda Marra e pubblicata dal Fatto Quotidiano, a Toni Scervino, co-titolare della sartoria Ermanno Scervino di Firenze.
Signor Scervino, il cappotto è vostro?
Sì.
Ma è diverso dal solito stile.
Perché, non è piaciuto?
Diciamo che ha sollevato qualche perplessità.
Ma perché lui se l’è abbottonato male. E un cappotto così, se si sbaglia un’asola, si perde tutto il disegno.
L’ha preso per l’occasione?
Sinceramente non lo so, ma potrebbe averlo comprato all’inizio dell’inverno.
Da quanto vestite Renzi?
Ci tengo a precisare che non lo vestiamo in maniera esclusiva. Però, da quando era sindaco di Firenze. Per noi, è un grande onore: è una persona perbene, estremamente intelligente, che emana energia.
Quindi lo stile alla moda di Renzi si deve a voi?
Alla moda nel senso di moderno, nel senso che è innovativo nelle proporzioni. Non nel senso di trendy. Noi abbiamo uno stile molto femminile per le donne e moderno per gli uomini.
Come l’avete conosciuto Renzi?
Firenze per certe cose è un paesello piccolo, ci si conosce tutti.
E vi siete trovati subito in sintonia?
Assolutamente. Poi lui ci tiene moltissimo al made in Italy. E anche noi.
A proposito di moda: la giacchetta da Fonzie, con cui lui si presentò da Amici non era vostra, giusto?
No, quella no. (E in effetti, “me l’ha regalata un’amica, Donatella Versace”, disse lui all’epoca, ndr).
