Tunisi, Anna Pegorini: “Ho visto una persona morire. Mi sono finta morta”

I turisti ostaggio dei terroristi al Museo del Bardo

ROMA – “Ho visto una persona morire, una già morta sugli scalini. Mi sono buttata per terra e sono rimasta ferma, immobile”: Anna Pegorini, medico della Asl di Savona, era insieme agli altri turisti italiani sbarcati dalla Costa Fascinosa mercoledì mattina nel porto di Tunisi per andare a visitare il Museo del Bardo, uno dei più antichi del mondo arabo, colpito dall’attentato rivendicato dall‘Isis.Simona Buscaglia di NanoPress ha raccontato quei momenti di puro terrore, quando i terroristi, forse cinque, hanno sparato con i loro kalashnikov. Almeno ventidue persone sono morte, anche se il bilancio, con i tanti feriti, pare destinato ad aggravarsi.

Ecco la testimonianza fatta dalla donna a Simona Buscaglia di NanoPress:

“Eravamo sul bus fermi fuori dal museo, abbiamo sentito degli spari, il finestrino vicino a me è andato in frantumi, io mi sono buttata a terra. Una persona dietro di me è stata colpita alla testa, era immobile, non si muoveva. Ho visto poi una persona già morta sugli scalini, sull’uscita laterale. Io mi sono buttata a terra, ferma immobile, finché poi ho sentito che il pullman si muoveva”.

L’autista è riuscito infatti ad accendere il veicolo e portare i superstiti poco lontano dalla piazza. “Sono saliti i militari e ci hanno detto di scendere velocemente, dopo siamo stati fermi per qualche ora in questa struttura che poteva essere una stazione di polizia”. Dopo i primi soccorsi ai turisti, quelli rimasti illesi dalla sparatoria sono stati riportati a bordo: “Siamo stati per alcune ore in questa struttura, dove i militari ci hanno detto ‘siete al sicuro, qui potete stare tranquilli’ e poi siamo saliti su un pullman, scortati fino alla nave”.

Nello stesso edificio dove sono stati accompagnati i passeggeri del bus sono state raggruppate anche altre persone coinvolte: “Quando eravamo nella struttura al sicuro, sono cominciate ad arrivare anche delle altre persone, alcuni di loro erano stati al museo e avevano visto altre scene”. La dottoressa savonese conclude la sua testimonianza con: “Non so come siamo riuscite a rimanere illese”.

 

 

 

 

LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
LaPresse
Published by
Maria Elena Perrero