
ROMA – Matteo Renzi ci ha sempre tenuto a far la figura di quello che “ci mette la faccia”. E in questi giorni se la sta giocando per sostenere la candidatura della ministra degli Esteri Federica Mogherini al ruolo di Alto rappresentante della politica e della sicurezza comune in Europa. Tanto che, per difendere la sua protetta, pare abbia fatto terra bruciata attorno a Enrico Letta, che avrebbe potuto diventare presidente del Consiglio europeo.
Scrive Francesco Borgonovo su Libero:
Non lo diciamo noi, ma Elmar Brok, parlamentare tedesco della Cdu e consigliere della Merkel, secondo cui «tutti sapevano da settimane che Enrico Letta avrebbe avuto buone possibilità se Renzi lo avesse proposto ma Renzi non lo ha voluto proporre e non è stato proposto». Beh, forse Matteo dovrebbe rivedere le sue posizioni sulla sua amica Federica, specie alla luce del disastro avvenuto ieri nei cieli dell’Ucraina. Perché se l’aereo della Malaysia Airlines è stato sbriciolato da un missile, un bel siluro è arrivato anche sulla credibilità e la spendibilità della Mogherini. Non molto tempo fa, il Financial Times ha sollevato dubbi su di lei, sostenendo che avesse troppa simpatia per l’inquilino del Cremlino. Un pensiero evidentemente diffuso negli ambienti che contano.
Ora, che succederebbe se la ministra dovesse presentarsi ora come mediatrice fra Ucraina e Russia in una situazione grave come questa? Immaginiamo il putiferio che potrebbe uscirne. A tutto ciò va aggiunto che la signora ha già qualche problemino per conto suo. Nel senso che – a parte il fatto di godere della fiducia incondizionatadiRenzi edi aver ricoperto il prestigiosissimo incarico di responsabile esteri del Pd – il suo curriculum non è esattamentefra ipiùsterminati. Non a caso il Wall Street Journal, dedicandole un ritratto, l’ha praticamente fatta a brandelli: «Ha frequentato le scuole giuste,ha seguito i corsi di laurea giusti, ha fatto gli stage giusti, è stata membro dei giusti gruppi socialisti giovanili, tuttavia non c’è niente nel suo curriculum che lasci immaginare una leadership». Come a dire: tanto bellina, tanto carina, tanto renzina mano, grazie. Certo, ilWall Street Journal e il Financial Times mica sono la Bibbia, può anche darsi che una donna di poco più di quarant’anni con poca esperienza estragga dal cilindro doti straordinarie. Si dà il caso, però,che laMogherini tutti questi talenti non li abbia sfoderati. Anzi, ha dato prova di essere unministro lieve lieve, al limite dell’inconsistenza. Bastaguardare comeha gestito e sta gestendo la vicenda dei marò ancora prigionieri in India. Che ha fatto, la nostra brava ministra? Sostanzialmente, perusareunterminemolto in voganelle cancellerie, un tubo. Nello stile del suo presidente del Consiglio, tanteparole vaghe,moltepromesse e un bel contorno di aria fritta. Nulla si èmosso rispetto ai tempi in cui alla Farnesina sedeva Giulio Terzi, che non era esattamente una volpe del deserto.
I nostri soldati sono ancora lì dov’erano prima e i vari sapientoni chiamati in causa dalla Mogherini sembra siano impegnati nella trasformazione del piombo in oro, attività intrigante ma leggermente superflua. Quanto agli altri scenari internazionali che ci vedono coinvolti,nonèche le cose vadano meglio. Per esempio il Libano, dove è presente un contingente italiano. RecandosiaBeirut, lanostraha fatto sapere di esseremolto scossa, e ha dichiarato che «una cosa è parlare della guerra, tutt’altra cosa è vederne le conseguenze dirette sulla vita della gente». Addirittura: Molotov e Ribbentrop non avrebbero potuto scodellare un’analisi più arguta. La sua presenza in Israele proprio nel pieno della crisi, poi, non ci risulta abbia prodotto particolari smottamenti. Anzi, sembra piuttosto una inopportuna passerella utile a farle guadagnare credibilità all’estero, come se una sequela di foto e strette dimanopotesse cambiare le carte in tavola. Nei prossimi giorni, invece, la nostra sarà in Egitto, altro giro e altro regalo. Vedremo se riuscirà a dire qualcosa di più ficcante del suo ultimo commento su quell’area. La sua analisi, infatti, fu che in Egitto «c’è qualche problema ». Dopo tutto, in un’altra delle sue uscite geniali ribadì che per l’Italia la priorità è il Mediterraneo.Egrazie alpiffero. Nel frattempo, la situazione in Libia rimane un pantano, e lei non può che commentare con frasi generiche, tipo«siamo impegnatia sostenere lo sforzo di transizione del Paese verso la democrazia » (…)
