ROMA – La scuola elementare è impazzita, titola Libero. A Treviso i carabinieri sono costretti a intervenire per fermare un bullo, nel vicentino un alunno sputa in faccia alla maestra.
Scrive Alessandro Gonzato:
L’altro giorno la protesta dei genitori dei compagni di classe. Per difendere i figli dall’iperattività, dovuta a un handicap di un bambino di 11 anni, li avevano tenuti a casa da scuola. Ventiquattro ore dopo l’alunno, probabilmente segnato da quell’episodio, prima ha dato in escandescenze, lanciando in aria tutto quello che gli capitava, dicono le insegnanti una delle quali sostiene di essere stata costretta a scappare – poi si è barricato nell’aula di sostegno. Non voleva più uscire. Urlava disperato. Sbatteva i pugni sui banchi e sulla lavagna. Le maestre, per fargli aprire la porta, hanno chiamato la polizia, l’ambulanza e gli assistenti sociali. Il bambino, terrorizzato dopo aver saputo che dall’altra parte della stanza c’erano i poliziotti, si è calmato. La vicenda è accaduta in una scuola elementare di Treviso. Per non rendere identificabile il piccolo, omettiamo, oltre al suo nome, anche quello dell’istituto.
Il bambino è intelligente e affettuoso. Dalla nascita, però, soffre di forti disturbi psichici. Diventa aggressivo. A volte spinge e strattona gli amichetti. «Certi genitori» dice la mamma «istigano all’emargi – nazione. Mio figlio va aiutato, non isolato. Quando non ha visto nessun compagno a scuola ho dovuto spiegargli cos’era successo. Le maestre» prosegue «non sapevano nulla. Sono stata io a informarle di ciò che stava accadendo». I genitori degli altri alunni sostengono di non aver agito contro il bambino, ma contro la scuola che non lo seguirebbe abbastanza. Insomma, l’insegnante di sostegno, per loro, non basta. Sennonché, alcune mamme giorni fa avevano accolto con soddisfazione la volontà della preside di sospendere il bimbo. La famiglia si era opposta al provvedimento, provocando la reazione degli altri genitori pronti a ritirare i piccoli da scuola. Quel bambino sarebbe una vera e propria furia se è vero, come racconta chi spinge per il suo allontanamento, che da settembre avrebbe già mandato al pronto soccorso una maestra, una bidella e un amichetto. «Non abbiamo alcuna intenzione di toglierlo da scuola», sottolinea la mamma,«siamo irremovibili », aggiunge precisando di essere disposta, naturalmente, assieme al marito, a collaborare con i docenti in ogni modo. Il rappresentante dei genitori però replica che le famiglie sono esasperate, che sono quotidiani, ormai, i casi di aggressione contro i compagni, le minacce, i libri e i quaderni fatti a brandelli. Per loro, il diritto allo studio di un bimbo non può pregiudicare quello degli altri. Questa vicenda fa il paio col caos che si è scatenato nel Vicentino, in un altro istituto primario. Stando alla denuncia della madre di un alunno di 7 anni, la maestra avrebbe reagito allo sputo del ragazzino sputando a sua volta. E, sempre secondo la mamma, l’in – segnante avrebbe invitato i compagni di classe a fare lo stesso. Per avere un quadro più chiaro dell’accaduto sarà necessario ascoltare i racconti dei bambini. Non si sa ancora con precisione cos’abbia scatenato il putiferio. Intorno alla vicenda, da parte della scuola e degli assistenti sociali c’è ovviamente la massima riservatezza. In paesenonsi parla d’al – tro. Il sindaco, Massimo De Franceschi, prima di commentare vuole che venga fatta chiarezza. Quel che è certo, è che in pochi giorni, in due scuole elementari del Veneto, è successo il peggio.