
ROMA – Si prospetta una strage di palme a Villa Torlonia, il parco con villa nobiliare che si affaccia su via Nomentana a Roma. Tutta colpa del punteruolo rosso, un parassita letale per le palme che ha già mietuto la sua prima vittima. E il contagio, assicurano gli esperti, sarà automatico dal momento che le altre piante sono a stretto contatto col cadavere. Motivo? Lo stato di abbandono in cui versa uno dei parchi più belli di Roma in seguito all’inchiesta di Mafia Capitale. Gli appalti del Servizio Giardini del Comune, travolto dallo scandalo, sono stati bloccati e senza trattamenti preventivi la sorte degli alberi appare ormai segnata.
Ne parla Laura Larcan sul quotidiano Il Messaggero:
La posizione della nuova palma morta è indicativa. Lì, su un viale che dall’ingresso principale della villa sulla via Nomentana conduce fino al Casino Nobile. Non molto lontana dall’ultimo esemplare falcidiato, che si ergeva su un viale pendant (tagliato dal Servizio Giardini solo il 20 settembre scorso, senza un piano di ripiantumazione). Lo spettacolo fa impressione. Le foglie appaiono al collasso, senza più linfa. Un danno per il patrimonio verde del parco. Anche perché davvero la coreografia esotica di palme era il fiore all’occhiello di Villa Torlonia, con piante tra i 100 e i 150 anni. Come raccontano gli addetti ai lavori, quando scoppiò l’allarme punteruolo (circa tre anni e mezzo fa) le palme della Villa vennero salvate con un sistema di flebo impiantate su ciascun esemplare per distribuire le sostanza della cura preventiva. Dall’inchiesta terremoto, tutto è stato sospeso. L’ultimo intervento salva-palme risale a marzo scorso. E le piante ora continuano a morire.
IL DEGRADO
Ma per la bella e unica Villa Torlonia, le palme in sofferenza non sembrano l’unica ferita. Negli ultimi giorni la percezione di un degrado diffuso come leitmotiv del parco era molto forte. Dai rifiuti ai topi. Un esempio, l’area giochi per bambini, il grande spazio attrezzato proprio sotto il Teatro di Villa Torlonia, punto di ritrovo prediletto dalle famiglie. Nei dintorni i contenitori della spazzatura apparivano ricolmi di rifiuti, con cartacce e plastiche sparse per terra. Caso ancora più singolare, come hanno testimoniato alcuni genitori e nonni che avevano portato i bambini al parco-giochi, la presenza di topi nell’area del canneto di bambù, che si estende verso viale Siracusa. «Ne abbiamo visti tantissimi, scorrazzavano tranquilli, erano topi di campagna, ma almeno lunhi quindici centimetri se non di più, che si arrampicavano lungo le canne di bambù», raccontava ieri una signora al parco con i due nipotini. «Figurarsi, i bambini sono stati fissi mezz’ora a guardare decine di topi arrampicarsi su e giù per le canne di bambù, per loro era puro divertimento – continua la nonna – Noi eravamo però decisamente più perplessi e preoccupati. Ma com’è possibile?».
