Il Corriere della Sera: “Non mi arrendo al dna”. L’orticello delle regioni. Editoriale di Michele Ainis:
Evviva la riforma, purchรฉ non sia una controriforma. Attenzione: sta per succederci con la revisione del Titolo V. Dove il governo Renzi era partito lancia in resta, recuperando lo spazio perduto dello Stato, allargando quello dei Comuni, e per conseguenza sottoponendo a una bella cura dimagrante le Regioni. Con il sostegno dellโopinione pubblica (6 italiani su 10 le detestano, dice lโIstat). Ma soprattutto con il conforto dei fatti, o meglio dei misfatti. Perchรฉ la spesa regionale รจ unโidrovora che ha succhiato 90 miliardi in piรน nellโarco di un decennio. Perchรฉ specularmente sono cresciute a dismisura le tasse locali (del 138% fra il 1995 e il 2010, secondo la Cgia di Mestre). E perchรฉ non ne abbiamo ricevuto in cambio maggiori servizi, bensรฌ piuttosto disservizi. Oltre che una marea di scandali, dato che negli ultimi tempi le inchieste giudiziarie hanno chiamato in causa 17 Regioni (su 20) e piรน di 300 consiglieri regionali. Al confronto, le Province sono verginelle. Noi invece abbiamo deciso di mandare al patibolo le vergini, santificando le matrone.
Questione di gusti, per caritร . Ma prima di riportare la matrona allโonore degli altari, bisognerร cambiarle lโabito. Quello che le cucรฌ addosso la riforma del 2001, giacchรฉ รจ da quel momento che le Regioni hanno perso la ragione. Tutta colpa di unโubriacatura di competenze e di poteri, anche su argomenti dโinteresse nazionale, come lโenergia, la scuola, lโambiente, la rete dei trasporti, il commercio estero, la comunicazione. Da qui lo scialo, da qui un estenuante tira e molla davanti alla Consulta, per disputarsi palmi di terreno con lo Stato.
La prima pagina de La Repubblica: “Berlusconi torna all’attacco. Vuole la grazia”.
La Stampa: “Senato, c’รจ l’accordo. E Renzi chiama Grillo”.
Il Giornale: “Yara, giudici allo sbando”. L’inutile rito della maturitร . Editoriale di Vittorio Feltri:
Quando una cosa รจ totalmente inutile, tutti ne parlano con foga. Pagine e paยญgine di giornale. Servizi televisivi a ioยญsa. Perfino dibattiti. Il superfluo apยญpassiona. Pensate che ogni anno, in questa stagione, puntuali come il destino arrivaยญno gli esami di maturitร . E nelle riunioni noiose e ripetitive di redazione cโรจ sempre un tizio con le lenti da miope che salta su e dice: chi fa il pezzo sulla maturitร ? Il direttore alza gli occhi al soffitto e sbuffa:giร ,me nโero dimenticato.Si capisce lonยญtano un chilometro che non รจ seccato perchรฉ colยญto in fallo di memoria: figuriamoci. Il problema รจ che non ne puรฒ piรน di occuparsi degli studenti che per la prima volta nella vita affrontano una prova seria, presentandosi davanti a una comยญmissione di professori (esterni) che li giudicheยญranno degni o no di essere considerati adulti e preparati. Preparati a che? In redazione non manca mai uno spiritoso rompiballe che sghignazzando riยญsponde: preparati allโadulterio. Che battuta! Quando si parla di esami di maturitร emerge in ciascuno di noi, inevitabilmente, il liceale di terยญza B che fu e che non perde occasione per divertiยญre i compagni ( i colleghi). Quando, ai tempi, eraยญvamo in aula e qualcuno diceva una qualsivoglia sciocchezza, la classe si sbellicava. Lโinsegnante sopportava dieci secondi poi, scocciato, con un pugno sulla cattedra, invitava a smetterla di fare i fessi. Tornava il silenzio. Ma durava poco. Bastaยญva che cadesse sul pavimento un astuccio da un banco e la ridarella – notoriamente contagiosa ยญesplodeva di nuovo. Il docente sconfitto sorrideยญva e scuoteva la testa.
Il Fatto Quotidiano: “Renzi e Madia, il decreto fantasma”.














