
ROMA – Un gene della “ubriacatura” potrebbe spiegare l’eccessivo consumo di alcolici che porta alcuni soggetti all’alcolismo. La scoperta è il risultato di una ricerca pluriennale condotta da un consorzio multicentrico con basi presso l‘Imperial College di Londra, la Newcastle University, la Sussex University, la University College di Londra e la University of Dundee.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications ed è stato condotto su un campione di topi di laboratorio geneticamente modificati. I topolini, con una mutazione del gene ‘Gabrb1’, diventano ”alcolisti” quando si dà loro la possibilità di scegliere tra una soluzione alcolica al 10% (come un vino nella media) e l’acqua.
Gli esperti hanno cercato a tappeto potenziali geni alla base dell’alcolismo, facendo delle piccole modifiche genetiche casuali, e sono arrivati a scoprire che un difetto sul gene Gabrb1 produce un effetto straordinario in termini di preferenza: i topi con questa mutazione preferiscono dissetarsi con la soluzione alcolica e si intossicano nel giro di poco tempo, dando chiari segni di ubriacatura.
Gabrb1 è un gene cruciale per il cervello perché serve a produrre una sub-unità del recettore ‘GABA’, il più importante recettore inibitorio del cervello. Con questa mutazione, il recettore resta acceso anche in assenza del suo interruttore, il neurotrasmettitore Gaba appunto.
Gli esperti hanno visto che ciò avviene di preferenza nel centro neurale della gratificazione e del piacere, il nucleo accumbens. E forse proprio questa alterata percezione di piacere porta le cavie a cercare il liquido alcolico e preferirlo all’acqua, faticando anche pur di ottenerlo.
Anche se l’alcolismo rappresenta una dipendenza complessa, in cui intervengono sia fattori sociali che psicologici, l’aver individuato un gene così fortemente associato al consumo di alcol, commentano i ricercatori, apre la strada alla ricerca di nuove strategie anti-alcol.
