Alzheimer, il segreto della diagnosi precoce è nei neuroni

MILANO – Anticipare la diagnosi dell’Alzheimer e rendere così più efficace la terapia potrebbe presto essere possibile. I ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano hanno scoperto che tramite la Pet (La Tomografia ad emissione di positroni) e una particolare tracciante è possibile diagnosticare l‘Alzheimer già ai primi stadi.

I ricercatori hanno dimostrato che se si usa una “spia” molecolare che funziona da “neurotermometro” si riesce a valutare la presenza dell’Alzheimer nella fase iniziale. Questo perché sin dalle fasi iniziali del morbo si registra un’alterazione dell’attività del sistema molecolare composto dalle sinapsi e dai neurotrasmettitori che inviano gli impulsi elettrici tra i neuroni.

Se prima non si riusciva a capire quando questa alterazione avvenisse, ora, grazie alla Pet e ad un particolare tracciante (l’11CMP4), si riesce a misurare ogni alterazione nell’invio degli impulsi elettrici fra neuroni, e quindi a prevedere l’arrivo del morbo.

In altre parole, l’alterato funzionamento della trasmissione degli impulsi su base biochimica precede l’insorgenza della malattia e spiega in parte anche i deficit di memoria. Dallo è ha infatti emerso che in un intervallo di 12-18 mesi, nel 95% dei pazienti con questo biomarker positivo si è manifestata successivamente la malattia. Usare questo biomarker e la Pet può quindi essere utile per monitorare la progressione della malattia e per intervenire nella fase preclinica, quando cioè l’intervento terapeutico può essere più efficace.

 

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Maria Elena Perrero