ROMA – Il salmone geneticamente modificato per crescere di più e più in fretta, dell’azienda statunitense Aqua Bounty Technologies, potrà essere commercializzato per il consumo umano negli Stati Uniti. La decisione, che ha richiesto cinque anni di approfondimenti da parte della FDA, è stata annunciata nei giorni scorsi, e sembra porre un punto fermo a una storia che dura da un quarto di secolo.
Il salmone è stato realizzato circa 25 anni fa da un gruppo di ricercatori canadesi, e il brevetto è stato acquistato, pochi anni dopo, dalla Aqua Bounty, oggi posseduta da Intrexon Corp. Si tratta di un salmone dell’oceano Atlantico con un gene del salmone del Pacifico, che conferisce una crescita più rapida, più un gene di un altro pesce oceanico che assicura il raggiungimento di una taglia più grande. Gli esemplari, che saranno allevati in bacini dislocati a terra, in Canada e a Panama, saranno tutti femmine sterili. In questo modo si dovrebbero evitare fughe in mare aperto.
Come riporta il Fatto Alimentare,
i produttori di alimenti riceveranno specifiche linee guida per imparare a distinguere il super salmone da quello normale, e potranno indicarne volontariamente la presenza nei loro alimenti. I consumatori non saranno in alcun modo avvisati, perché le regole emesse dalla FDA non prevedono l’obbligo di indicazione in etichetta (la motivazione è che dal punto di vista nutrizionale, non ci sono variazioni rispetto al salmone di allevamento).
Proprio su quest’ultimo punto, i consumatori e gli ambientalisti sono perplessi, e hanno annunciato iniziative di vario tipo, compresa la presentazione di una legge federale per bloccare l’introduzione in commercio del salmone AquaBounty, il cui nome dovrebbe essere AquAdvantage. Oltretutto – fanno notare in molti – anche se i produttori di alimenti che contengono salmone possono distinguere la provenienza, nessuna legge li obbliga a specificare l’impiego di supersalmone e in questo modo il consumatore non sarebbe informato sul tipo di pesce utilizzato.
Per prevenire il crollo indiscriminato delle vendite, diverse catene della grande distribuzione hanno fatto sapere che non venderanno AquAdvantage in nessuna forma; tra queste Kroger Co, Trader Joe’s, Whole Foods Market e Target Corp, che ha già eliminato, nel 2010, il salmone allevato, decidendo di vendere solo quello selvatico.
Il salmone ogm é davvero “progresso”? In attesa che si possa dare una risposta a questa domanda si deve fare una cosa semplice: rendere i consumatori edotti di come gli alimenti nascono, di quali lavorazioni subiscono e di come arrivano sulle nostre tavole, in modo che possano decidere che cosa mangiare o che cosa non mangiare.
A differenza degli Stati Uniti, nell’Unione europea le direttive stabiliscono che tutti gli alimenti contenenti più dello 0,9 per cento di ogm debbano riportare chiare indicazioni sulle etichette. La normativa europea sull’etichettatura é più severa di quella degli Stati Uniti, ma presenta ancora vistose lacune. Per molti alimenti, ad esempio, non è prevista l’indicazione d’origine né della materia prima, né degli ingredienti. La stessa indicazione dello stabilimento di confezionamento è facoltativa.