Coronavirus mascherine, 8 su 10 non funzionano. Bocciatura Politecnico di Torino Foto Ansa)
ROMA – Mascherine, la bocciatura del Politecnico di Torino: “Otto su dieci non funzionano”.
Dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus il Politecnico di Torino ha infatti attivato un laboratorio che esegue analisi su mascherine chirurgiche, ffp2 e ffp3.
Purtroppo i risultati di queste verifiche sono catastrofici.
Otto su dieci, tra i prodotti esaminati nei laboratori torinesi non sono risultati neppure idonei a proseguire con i test successivi, quelli batteriologici che vengono fatti a Bologna, indispensabili per ottenere una certificazione.
Come spiega Ottavia Giustetti nel suo articolo per Repubblica:
“Molto presto quelle stesse inaffidabili mascherine potrebbero arrivarci gratuitamente proprio attraverso il servizio sanitario.
A meno che non si trovi un modo per introdurre un nuovo metodo di prova che ci aiuti a distinguere una banale rete da pesca da un dispositivo di sicurezza efficiente”.
“Abbiamo avviato un dialogo con l’Uni, l’ente di normazione italiano, per elaborare un metodo di prova riconosciuto, utile a concedere un marchio di qualità ai prodotti che raggiungono buoni livelli di efficienza”, spiega Paolo Tronville.
Il docente di ingegneria industriale della task force di 18 docenti e ricercatori esperti del Politecnico poi dice:
“Potrebbe essere utile anche alle aziende che vogliono indicazioni per realizzare prodotti di qualità”.
Le mascherine sono presenti in due farmacie su tre, e con forti differenze di prezzo.
Lo afferma un’indagine condotta nei capoluoghi di regione dall’osservatorio istituito dal Centro Studi Nazionale Ircaf lunedì e martedì scorso su 282 farmacie contattate telefonicamente.
Secondo la survey solo il 67% delle farmacie hanno in vendita le mascherine chirurgiche monouso o “usa e getta”.
Si registrano punte del 100% a Bolzano, del 87% a Torino e Ancona, del 85% a Potenza, del 79% Milano, 76% Firenze e 75% a Catanzaro.
Mentre Bologna, Cagliari, Aosta, Napoli, Venezia e Roma sono in linea con il dato nazionale, criticità vengono registrate a Bari (solo in una farmacia su due) e a Palermo.
“In una prossima indagine – spiega il Centro Studi -, verificheremo il rispetto della’Ordinanza e la disponibilità dei prodotti.
A giorni dovrebbe anche potere essere verificato l’azzeramento dell’IVA sulle mascherine e sui prodotti di protezione individuale”.
Il prezzo medio delle mascherine usa e getta registrato nel corso delle due giornate di rilevazione è risultato di 1,59 euro, con differenze tra le diverse città:
Torino 2,22 euro, Aquila 2,01, Venezia 1,99, Aosta 1,95.
All’opposto costi più contenuti a Trieste con 0,59 cent di euro, 1 euro a Campobasso, 1,14 a Napoli, 1,17 a Firenze, 1,48 a Palermo, 1,50 a Perugia e Genova, 1,51 a Bologna e 1,52 ad Ancona.
La differenza di prezzo più ampia fra le città è del 372%. (Fonti Repubblica e Ansa).