Covid, la luce del sole inattiva il coronavirus in pochi minuti: raggi Uv 'rallentano i contagi' (foto archivio Ansa)
La luce del sole, ed in particolare i raggi Uv, sarebbe in grado di inattivare il coronavirus Sars-CoV-2 che causa il Covid, anche se il loro effetto non è paragonabile a quello di mascherine e distanziamento nel frenare l’epidemia.
L’ultimo di una serie di studi che confermano il ruolo dei raggi del sole è appena stato pubblicato in preprint dai ricercatori dell’Università statale di Milano e dell’Inaf. Conferma che è anche il sole a determinare la stagionalità del coronavirus causa del Covid-19.
I ricercatori, si legge nell’articolo sul sito MedArxiv, hanno esposto delle cellule umane infettate con quantità di virus paragonabili a quelle che si troverebbero nella saliva a diverse concentrazioni dei diversi tipi di raggi Uv e alla luce violetta, verificando poi la capacità del virus di replicarsi.
I più efficaci, affermano gli autori, si sono rivelati i raggi Uv C, che però non raggiungono la Terra, ma anche le altre tipologie riescono comunque a inibire il virus.
“In particolare i nostri dati – si legge nelle conclusioni – indicano che l’irradiazione solare che raggiunge la superficie della Terra potrebbe disattivare completamente il Sars-CoV-2 in concentrazioni simili a quelle che si troverebbero nella saliva in pochi minuti. In conclusione, per la prima volta, abbiamo dimostrato che l’irraggiamento Uv è efficace nell’inibire il Sars-CoV-2 a diverse lunghezze d’onda. Questo conferma un ruolo per la luce solare nella disinfezione delle superfici esterne, e potrebbe contribuire a spiegare la stagionalità di questo virus”.
La cosiddetta stagionalità del virus è stata analizzata da diversi studi. Uno dei principali, ad opera dell’università di Harvard e pubblicato da Pnas, ha dimostrato sulla base dei dati reali dell’epidemia che la differenza tra i raggi Uv che arrivano sulla Terra tra inverno ed estate porta a una riduzione del 7% nel tasso di crescita dell’epidemia nell’emisfero nord.
“L’effetto dei raggi Uv è solo un pezzo del quadro della stagionalità – avevano concluso gli esperti -. Inoltre l’effetto stimato è una frazione di quello che si ottiene con politiche anti contagio come la quarantena o le restrizioni sugli spostamenti”.