TREVISO – Cristina Mattiola, la donna a cui l’Inps negò l’assegno di accompagnamento perché “non grave”, è morta il 14 luglio. L‘Inps cambiò idea dopo un ricorso avanzato dalla figlia, Elsa Cenci, date le condizioni in cui la donna viveva a Montenbelluna, in provincia di Trebiso. Cristina, malata terminale di tumore, aveva bisogno di aiuto per qualsiasi attività quotidiana.
Laura Bon sul Gazzettino scrive:
Esattamente due mesi e due giorni dopo la visita con cui la Commissione medica dell’Usl 8 aveva espresso parere negativo alla concessione dell’accompagnatoria da parte dell’Inps, ritenendo che non ci fossero le condizioni per averla, si è spenta ieri mattina, assistita amorevolmente nell’abitazione della figlia Elsa, in via Delle Alte a San Gaetano, Cristina Mattiola”.
Solo pochi giorni fa l’Inps ha concesso l’assegno:
“Nonostante la donna fosse stata trasportata a fatica, in carrozzella, nella sede della visita, e nonostante fosse sottoposta da mesi a morfina, secondo la commissione non era tanto grave da ricevere l’accompagnatoria. Solo pochi giorni fa, grazie all’Inps che ha ribaltato il verdetto della Commissione, erano arrivati i primi soldi. Troppo tardi”.