
ROMA – La cucina รจ la culla dei batteri e i nascondigli che “preferiscono” sono i taglieri e i lavelli. Come fare dunque per difendersi? Alcuni piccoli accorgimenti e precauzioni diventano necessari per fermare la proliferazione dei germi ed evitare brutte sorprese.
Elena Meli sulย Corriere della Sera scrive:
“Chi teme i bagni pubblici, perchรฉ pensa pullulino di germi di ogni tipo, non ha mai guardato al microscopio il tagliere della propria cucina dopo averlo usato per preparare un arrosto o il lavello dopo aver pulito un cespo di lattuga. Infatti, se non si seguono elementari regole igieniche, le cucine possono ospitare sulle superfici orde di batteri e virus, responsabili come minimo di mal di pancia. Lo ricorda una ricerca svizzera pubblicata su Infection Control and Hospital Epidemiology , per la quale i ricercatori hanno analizzato i taglieri usati per la preparazione di carne e pesce nelle mense di un ospedale e in poco meno di 150 abitazioni private. In entrambi i casi – e senza differenze sostanziali – una discreta percentuale di superfici รจ risultata contaminata da batteri potenzialmente patogeni, come Escherichia coli, Salmonella, Klebsiella”.
Emilia Guberti, coordinatrice del gruppo su Alimenti e tutela della salute della Societร Italiana di Igiene, medicina preventiva e sanitร pubblica, spiega quali precauzioni prendere:
“ยซTutte le superfici di lavorazione sono a rischio, ma i taglieri lo sono ancor di piรน dei piani della cucina e dei lavelli, perchรฉ si fessurano con lโuso: in questi piccoli spazi i germi possono restare piรน a lungo ed essere piรน difficili da eliminare. Per questo รจ meglio scegliere taglieri di plastica, che si possono mettere in lavastoviglie ad alte temperature e โbonificareโ piรน facilmente rispetto a quelli di legno. Altrettanto utile, per evitare contaminazioni crociate, averne uno diverso per ciascun tipo di cibo (carne, pesce, verdure)ยป”.
Attenti poi agli errori “tipici”:
“Affettare le carni cotte sullo stesso tagliere dove si sono poggiate da crude: i batteri presenti โinquinanoโ lโarrosto con facilitร , anche perchรฉ il cibo cotto รจ piรน โindifesoโ. ยซSul prodotto crudo – spiega Guberti – lโeventuale patogeno trova altri batteri con cui competere e la sua crescita puรฒ in qualche modo essere limitata; sullโarrosto no, perchรฉ la cottura ha eliminato i microrganismi presenti. Se lโarrosto viene infettato da germi raccolti su un tagliere o altrove, questi, a temperatura ambiente e con un bel poโ di nutrienti a disposizione, hanno il terreno ideale per moltiplicarsi a dismisura: dopo unโora e mezza o due, se ne possono trovare miliardiยป”.
