Davide Vannoni e Stamina foundation: associazione a salvare oppure a delinquere

TORINO – I genitori della  piccola Sofia vogliono che la bimba sia trattata solo e soltanto con la sua terapia, vogliono solo Davide Vannoni e Stamina Foundation. Ma Davide Vannoni, la sua terapia e il suo laboratorio sono da anni sotto inchiesta per associazione a delinquere finalizzata alla “truffa e somministrazione di prodotti medicinali imperfetti e pericolosi per la salute pubblica”. Un giudice di Torino autorizza la “cure compassionevoli” di Vannoni e un altro giudice di Torino, Guariniello su Vannoni indaga e nero su bianco negli atti lo definisce “sedicente neuro scienziato di fatto animato da intento di trarre guadagni da pazienti con malattie neurodegenerative senza speranza”. E la Babele, la confusione, la guerra di  passioni e ragioni intorno a Vannoni non finisce qui.

Anche il professor Massimo Dominici, che ha presieduto la commissione di esperti sulle staminali insediata dall’Istituto superiore di sanità, ha criticato il metodo Vannoni. “È impossibile pensare che da un cocktail contenente acido retinoico e cellule si possano ottenere tutti gli elementi necessari per riprodurre il sistema nervoso, soprattutto quando si usi lo stesso protocollo per patologie molto diverse fra loro, dal Parkinson alla Sla. Di questa terapia non sono state fatte sperimentazioni su animali. Stamina Foundation sperimenta direttamente su esseri umani il proprio protocollo. Stamina Foundation ha presentato richiesta di brevetto. Abbiamo potuto esaminare le procedure del suo protocollo. Contengono errori metodologici”.

Domenici ha anche chiesto al ministro della Salute di istituire una commissione che verifichi le condizioni cliniche dei pazienti trattati con il protocollo di Stamina. Nel frattempo, però, proprio Renato Balduzzi ha aperto al metodo di Vannoni per Sofia: “Potrà continuare con quelle cure”. Ma le accuse di Guariniello verso quello che ha definito un “sedicente neuroscienziato, animato da intento di trarre guadagni ad pazienti senza speranza” sono confermate.

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Maria Elena Perrero